Matteo Renzi Enews

Enews 677, martedì 5 gennaio 2021

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Buongiorno e buon anno a tutti.
Riassumo le principali domande ricevute in questi giorni da giornalisti e amici delle enews

Prima domanda.
Ma vi sembra il caso di parlare di politica in mezzo a tutto il caos della pandemia?
Risposta.
Proprio perché c’è il caos serve la politica. L’idea che nei momenti di difficoltà la politica vada messa da parte è tipica dei populisti di destra e di sinistra. Capire come si spendono i soldi dei nostri figli, come si investe sulla sanità, come si creano posti di lavoro anziché sussidi richiede politica, non populismo. 

Seconda domanda.
Quali poltrone da ministro vuoi / volete?
Risposta.
Nessuna! Siamo infatti gli unici disponibili a lasciare le poltrone. Se le nostre idee servono, ci siamo. Se le nostre idee non servono, tenetevi anche le poltrone. I populisti non si capacitano che esista un partito in cui due Ministre, Teresa e Elena, siano pronte a dimettersi se non viene dato ascolto alle nostre proposte. Quel partito, coraggioso e libero, è diverso da tutti gli altri: si chiama Italia Viva (se volete darci una mano, qui il link). Le poltrone servono per far accadere le cose, non sono fini a se stesse: questa è la differenza tra chi pensa che la parola "potere" sia un verbo e chi pensa che la parola "potere" sia un sostantivo.

Terza domanda.
Ma alla fine, allora, che cosa volete? Si può capire?
Risposta.
Le veline del Palazzo riempiono i giornali di totoministri. Chiacchiere buone solo per far passare il messaggio che si risolve tutto con un rimpastone. Noi invece abbiamo messo nero su bianco i contenuti: spese sanitarie, alta velocità, vaccini, scuola, cultura, posti di lavoro. Ma vi rendete conto che nel Recovery Plan per i giovani e l’occupazione, nei prossimi sei anni, ci sono meno risorse di quelle che sono previste per il solo 2021 per il cash-back? Davvero il futuro dei nostri giovani vale meno del futuro di una carta di credito?

Quarta domanda.
Matteo, ma tu hai un problema personale con Conte?
Risposta.
Magari avessimo un problema personale: noi abbiamo un problema politico con Conte. E gli ho scritto qui, mentre i parlamentari di Italia Viva hanno scritto a Gualteri qui. Sul Recovery, sul Mes, sull’intelligence, sulla scuola, sull’alta velocità, sul garantismo, sul ruolo internazionale dell’Italia e sulla presenza nel Mediterraneo, sul rapporto con gli Stati Uniti, sul lavoro e il reddito di cittadinanza, sulla crescita, sullo stile istituzionale ho argomentato idee diverse. Non è un fatto personale, si chiama politica. E ho messo nero su bianco le nostre riflessioni per evitare che fossero sostituite dalla “narrazione” dei portavoce. Il Premier ha detto che verrà in Parlamento in modo trasparente. Lo aspettiamo in Senato. E se i responsabili di Lady Mastella sosterranno questo governo al posto nostro noi non grideremo allo scandalo ma rispetteremo la democrazia parlamentare.

Quinta e ultima domanda.
Ma qual è la priorità in questo momento?
Risposta.
In questo momento la priorità sono i vaccini, punto. La velocità del vaccino salva la vita, come sanno in Israele. È per questo che mesi fa avevo chiesto un piano vaccinale per tempo, senza che a gestirlo fosse sempre e soltanto il commissario Arcuri, ribattezzato Superman dal Governo. Quando avanzai questa proposta mi dissero che non era il momento delle polemiche. Ma non è colpa nostra se diciamo le cose prima e non ci ascoltano. Del resto, se ci fosse oggi un rapporto diverso tra Stato e Regioni – come pure avevamo proposto qualche anno fa – le cose sarebbero molto più semplici ed efficaci. Vaccinare si può e si deve (qui Vito De Filippo e Lella Paita hanno lanciato una giustissima petizione, siamo quasi a quota 10.000 firme: più firmiamo, più facciamo pressione). A Napoli, mezzo secolo fa, vaccinarono contro il colera un milione di persone a settimana. In Israele corrono e vaccinano a più non posso, anche con un governo dimissionario. Perché in Italia andiamo a rilento? Se servono più risorse, c’è il Mes. E se avessimo preso il Mes sei mesi fa oggi avremmo più vaccinati. Semplice, no?

Alla luce di tutto questo un semplice e garbato messaggio: se qualcuno davvero immagina che abbiamo fatto tutto questo baccano per prendere un ministero in più, quel qualcuno deve farsi vedere. Possibilmente da uno bravo. Grazie.

Sul resto.

• Tra qualche giorno Joe Biden sarà il 46° Presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo le imbarazzanti telefonate di Trump delle scorse settimane penso che ciascun cittadino – democratico o repubblicano, europeo o americano, nero o bianco – non veda l’ora che la transizione finisca e che Biden sia ufficialmente alla Casa Bianca. Con Biden alla Casa Bianca molte cose cambieranno, anche in Europa, ne sono certo.

• Nella meravigliosa AlUla, una bellissima realtà archeologica saudita che conosco bene e che sarà nei prossimi anni una incredibile destinazione turistica, i paesi del Golfo segnano la fine dell’embargo con il Qatar. È un altro passo in avanti importante verso la stabilità di quell’area dopo il riconoscimento tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein. In quella zona del mondo si sta scrivendo la storia. E il teatro che ospiterà il summit di AlUla – a Maraya – è un teatro che è stato costruito anche grazie al genio italico.

• Dal primo gennaio 2021 l’Africa è diventata la più grande area di libero scambio al mondo. Non ne parla nessuno ma è una notizia destinata a fare molto rumore ed è un primo passo vero verso la crescita economica di questo continente magico e drammatico.

Per chi vuole più approfondimenti qui i link alle mie interviste:

Quarta Repubblica
Corriere della Sera
Il Messaggero
Il Sole 24 Ore
Intervento in Aula

Segnalo tra gli altri: 

• Una intervista di Teresa Bellanova
• Una di Elena Bonetti
• Una di Ivan Scalfarotto

Per dire che sono così fiero di guidare una squadra di persone pronte a dimettersi per una idea. Fiero, fiero, fiero.

Infine sulle questioni istituzionali: 

• Qui Sabino Cassese
• Qui Luigi Zanda: non avrei mai pensato, dopo tanto tempo, di linkarvi un articolo di Luigi Zanda. Ma, nonostante i dissidi che abbiamo avuto, voglio pubblicamente riconoscergli che è stato l’unico a dire con noi – e persino meglio di noi – le cose che andavano dette.




Pensierino della sera. Su scuola e università evito di riaprire polemiche nel merito. Almeno nel metodo dico che la penso esattamente come questo signore che ha scritto questo post. Non è di Italia Viva, tranquilli. È un giornalista autorevole, si chiama Enrico Mentana. Per quello che vale la penso come lui.





Un sorriso e buon 2021.
Non so se andrà tutto bene. Ma speriamo che almeno vada meglio del 2020.