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Assemblea #007, Renzi: "Draghi Bis, senza trattative, o si va a votare"

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L'intervento di Matteo Renzi, in apertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale #007, 16 luglio 2022.

Scegliere se essere cialtroni populisti o persone che vogliono approfondire e fare politica: è questo il leit motiv dell'intervento di Matteo Renzi che, sabato 16 luglio 2022, ha aperto i lavori della settima Assemblea Nazionale di Italia Viva.

Il fondatore Iv ha dato il via al suo intervento con una lunga riflessione sul tema della giustizia - ricordando la tragica scomparsa di Paolo Borsellino, e la ricostruzione distorta fattane - per poi passare a riflettere sui temi della politica estera, dall'Ucraina al recente omicidio di Abe Shinzo. "Febbraio 2022 è uno spartiacque, e cambia la vita del pianeta. Mi ha colpito - spiega Renzi - il tentativo iniziale di banalizzare dicendo 'Putin è matto'. Come si fa a dire che quello è matto? Rivendico la posizione di Italia Viva per le sanzioni e le armi, con una chiarezza che non ammette vile interpretazione".

Unico il filo conduttore: la complessità di ciò cui assistiamo, da affrontare scegliendo, appunto, di approfondire, senza lasciarsi andare a facili slogan. Scegliere, insomma se essere "populisti beceri e cialtroni come quelli che vogliono fare cadere il governo Draghi" o "studiare di più e occuparsi dei problemi del Paese".

C'è spazio, nell'intervento di Renzi, per i temi legati all'energia - viene ricordata la vicenda del referendum sulle trivelle, vicenda già affrontata anche nelle pagine de "il Mostro" - e per quelli dei territori - come la Puglia, dove lo scandalo sulla gestione Emiliano prosegue, nel silenzio quasi generale. 

Ma il filo conduttore resta l'incoerenza e l'inconsistenza dei populisti. "I populisti hanno votato di tutto in questi anni. Hanno abolito la povertà, scelto di affidare le politiche immigratorie ai taxi del mare, e finisce una legislatura iniziata con una incredibile campagna contro di me e di noi su un tema chiave: le buste di plastica", spiega Matteo Renzi. "Sommosse sui social, milioni di persone contro Renzi che aveva la cugina che faceva i sacchetti di plastica, milioni di idiozie. Oggi c'è l'inflazione al 9%, una bomba piazzata all'interno della vita delle famiglie. Un tema leggermente più grave del sacchetto di plastica a un centesimo. Eppure se ne parla di meno perché c'è la capacità di orchestrare la narrazione monocorde in una unica direzione in un modo che fa paura", aggiunge Renzi.

L'ambiente è anche il tema che introduce la questione della crisi di governo. "In questo monnezzaio, in cui p stata trasformata Roma dall'amministrazione Raggi, in questo zoo attraversato dai cinghiali, il M5S usa la questione del termovalorizzatore come alibi per l'apertura della crisi", sottolinea duramente Renzi.

Non solo: Renzi sottolinea la centralità della questione agroalimentare, ricordando l'atteggiamento del ministro competente, Patuanelli, al momento del voto di fiducia al Governo Draghi: "turbamenti adolescenziali", dice Renzi.

E ancora, Renzi parla del tema delle migrazioni: un tema sottoposto alle fake news di troll e disinformatori di professione, e che si incrocia con le pressanti questioni geopolitiche. "Il mondo sta viaggiando verso una ricomposizione", sottolinea Renzi, che aggiunge quanto sia necessario occuparsi di ciò che accade in Libia e nel Continente Africano.

La crisi globale della democrazia è il focus successivo. "Dal piccolo Sri Lanka, alle sentenze della Corte negli Stati Uniti, si è accesa una spia che indica l'esistenza di questa crisi". Ma Renzi ricorda anche i casi della Polonia e della Francia. "Anche i leader che passano le giornate a seguire i like, inseguendo il sondaggismo esasperato, compiono questo errore, l'errore di sottovalutare il voto". "Non ce n'è uno, fra quelli che vogliono mandare Draghi a casa, che dica che è alla democrazia che va lasciato il compito di decidere. La democrazia o è decidente o è decadente. Le riforme istituzionali - prosegue Renzi - non erano quindi un vezzo, ma una necessità per l'Italia".

Il passaggio successivo viene dedicato alla sanità. Renzi annuncia la volontà di continuare la battaglia sul MES. Questione che si intreccia con le conseguenze della pandemia da Covid 19. "Secondo me - dice Renzi - c'è una vera vittima del long Covid: il lavoro". "Il post Covid ha segnato una cesura sul mondo del lavoro", spiega Renzi, aggiungendo che "la questione di trovare personale non è solo italiana". "Perché - chiede Renzi - è cambiato tutto? Siamo ancora una Repubblica fondata sul lavoro?". C'è, spiega Renzi, una questione di redistribuzione della ricchezza e c'è sicuramente una questione legata agli orari: "dobbiamo rifletterci e ragionarci nei prossimi mesi". Così come un elemento interessante è quello di portare i lavoratori nei board aziendali, giacché i diritti chiamano i doveri. Un passaggio, inoltre, è sul reddito di cittadinanza - misura profondamente diseducativa - e sul salario minimo: "il tema vero - dice Renzi - è che i salari sono bassi", a causa del cuneo fiscale. "Noi siamo il vero partito del lavoro, noi siamo quelli che vogliono attuare l'articolo 1 della Costituzione. Anche per questo depositeremo il quesito referendario per abolire il reddito di cittadinanza", annuncia Renzi.

Renzi affronta poi la questione della crisi di governo. "Hanno aperto una crisi, cito l'articolo odierno di Massimo Recalcati, da eterni adolescenti", dice Renzi, che ricorda il gesto di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto: "quando si apre una crisi ci si dimette". "State provando a distruggere l'unica speranza dell'Italia", aggiunge Renzi. "Ma noi stiamo lavorando affinché non avvenga", spiega. E ribadisce: "Non so se il M5S arriverà integro alle elezioni, ma in ogni caso ci arriverà senza di noi". "E dico anche chiaramente: chi andrà alle elezioni con il M5s andrà senza di noi", aggiunge. Renzi si rivolge, quindi, al Pd: "Noi abbiamo creduto al Pd quando era argine al populismo. Per quel partito abbiamo lavorato e ci siamo spesi". Renzi ricorda poi la famosa locandina che recitava la volontà di sostenere Conte. "In quel momento - ricorda Renzi - il Pd ha toccato il punto più basso". E ora, sottolinea, "chi allora ci insultava ora ha capito l'errore". "Se noi non ce ne fossimo andati, oggi il Pd sarebbe in mano ai populisti. Abbiamo salvato il Pd a loro insaputa. Se il Pd vorrà continuare a inseguire i populisti, faccia pure. Ma noi, col nostro gesto, abbiamo salvato la nostra anima e un pezzo della loro dignità".

Renzi conclude con un appello alla responsabilità. "Oggi è il momento di dimostrare che lo statista Draghi è diverso dallo stagista Conte", dice Renzi. "Lo statista Draghi ha messo in campo una visione. Conte ha messo in campo solo invidia", prosegue. "O ci sarà il Draghi bis, nelle forme che lui individua giuste, senza trattative, senza verifiche o si va a votare" - prosegue Renzi - abbiamo tre giorni per convincere Draghi a continuare, questo non è il tempo di rassegnarsi". "Ora - annuncia - è il momento di fare iniziative sui territori, di far firmare la nostra petizione, di cercare testimonial". "Draghi - prosegue - deve andare avanti sentendo la forza del nostro sostegno". Altrimenti, dice Renzi, si va al voto. "Abbiamo - sottolinea - uno zoccolo duro che altri non hanno. Se ci leviamo la giacchetta della paura, possiamo fare un ottimo lavoro. Abbiamo un potenziale, un mondo di riferimento, che è un asset straordinario. Se ciascuno di noi porta in squadra altre 5 persone, mettendosi in campo in prima persona, se ci impegniamo con la politica e non con gli slogan, facciamo una campagna elettorale straordinaria". Ma, soprattutto, conclude Renzi: "Faremo politica, perché il tempo degli incapaci è finito". "Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto", chiude Renzi, citando Dante Alighieri.

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