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Vertice bilaterale, Gozi: "Macron ama Napoli, sarà più facile ricucire"

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Intervista di Valentino Di Giacomo, "il Mattino", 23 febbraio 2020.

«La scelta di tenere il vertice a Napoli è stata una mossa intelligente del governo italiano, è un ottimo segnale, spessissimo il presidente francese Emmanuel Macron mi ha raccontato del suo amore per questa città che per lui rappresenta una capitale europea al pari di Parigi». Sandro Gozi dei rapporti tra Italia e Francia né è divenuto un simbolo vivente: ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega agli Affari Europei nei governi Renzi e Gentiloni, oggi è eurodeputato eletto a Parigi proprio con il partito di Macron, En Marche, dopo essere stato per alcuni mesi consigliere del governo francese. Gozi, dopo aver militato nel Partito democratico, è transitato nel partito di Renzi. Ora guarda con interesse al vertice bilaterale italo-francese che il prossimo giovedì vedrà arrivare a Napoli i due presidenti Emmanuel Macron e Sergio Mattarella, accompagnato dal premier Giuseppe Conte e dal titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Dopo mesi di gelo, soprattutto dopo il ritiro dell'ambasciatore francese a Roma durante il primo governo Conte ora si intravede qualche spiraglio nelle relazioni tra i due Paesi.

È avvertito come un appuntamento importante anche in Francia questo vertice?
«Macron tiene moltissimo al rilancio della relazione bilaterale con l'Italia, tutti in Francia ora auspicano si chiuda quella che è stata una fase pessima anche perché negli ultimi due anni l'Italia non ha neppure invitato i francesi a sedersi attorno a un tavolo».

La rottura avvenne dopo gli attacchi continui di Salvini a Macron e all'incontro di Di Maio con il leader dei gilet gialli che mettevano a ferro e fuoco Parigi. I rapporti con il nostro ministro degli Esteri sono recuperabili anche a livello personale?
«Dopo il Conte bis, spero ci sia anche un Di Maio bis, la disponibilità da parte dei francesi c'è, ma ora gli italiani devono mettere in campo proposte concrete. È una delle ragioni per cui Renzi ha voluto questo governo: l'Italia si stava isolando in un angolo con il suo populismo. I segnali sono buoni, ora mi auguro ci sia una vera ripartenza del nostro rapporto. Abbiamo molti più interessi in comune con i francesi di quanto possiamo pensare».

Quando lei era a Palazzo Chigi eravamo vicini a firmare il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia. Poi cosa è successo?
«Purtroppo quel documento a cui ho lavorato diversi mesi con la controparte transalpina è stato messo in un cassetto. Ora credo possano crearsi le condizioni per firmarlo».

Quali erano i punti principali?
«L'idea del Trattato è di rafforzare la relazione bilaterale nell'industria, nella Difesa, nella cultura e nell'educazione. E poi una vera politica europea comune con un'azione di riforma della Ue profonda. Se in Europa parliamo con una voce unica possiamo ottenere grandi cose insieme. Abbiamo visto nei giorni scorsi Conte a Bruxelles battersi in Europa per la questione del bilancio assieme a Macron. Viene chiesto di fare di più su immigrazione, economia digitale, ambiente, ma poi si vogliono mettere meno soldi. Se Italia e Francia spingono nella stessa direzione si può ottenere di più nell'interesse comune».

Perché l'Italia dovrebbe fidarsi? Anche quando lei era nei governi Renzi e Gentiloni i rapporti con i cugini francesi non erano idilliaci: basta ricordare i respingimenti dei migranti alle frontiere di Ventimiglia e Bardonecchia.
«È vero, infatti l'Italia deve chiedere di più sulla questione dei flussi migratori. Devo però dire che in Francia viene riconosciuto come un grave errore aver lasciato da sola Roma a fronteggiare la crisi».

Senza contare l'ostilità francese in Libia, non crede?
«Sarà certamente uno dei temi di Napoli, in realtà in Libia la situazione è stata raccontata peggio di quello che è: l'Italia non è contro la Francia e viceversa, ma ci sono molti interessi comuni in Libia. Spero si sia capito che se i Paesi europei non collaborano poi alle porte ci sono Russia e Turchia».

Raccontava di Macron innamorato di Napoli. Cosa le ha detto in proposito?
«Mi ha detto più volte di quanto ama l'Italia per la sua ricchezza culturale, ma da appassionato di teatro non può che amare Napoli più di ogni altra città italiana soprattutto grazie ad Eduardo De Filippo. Macron ha anche recitato alcune sue commedie da ragazzo. Sono sicuro che il vertice avrà un'ottima riuscita e sarà l'ennesima occasione per Napoli di mostrare di saper accogliere con la sua gente come probabilmente non avviene in nessuna altra città italiana. La location partenopea è stata una mossa abile, ma ora l'Italia metta sul tavolo proposte concrete e sfrutti pienamente questa occasione di dialogo».