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Verso le elezioni. Galperti: "Sì al patto Renzi-Calenda"

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Intervista di Matteo Trebeschi, "Corriere della Sera - Brescia", 10 agosto 2022.

«Enrico Letta nell'ultimo anno ha legittimato non poco Giorgia Meloni. A forza di insistere su questo nuovo bipartitismo, il segretario del Pd ha finito per aiutare la leader di Fratelli d'Italia. Letta infatti continuava a dire che la gara era solo tra loro due. Con gli altri partiti che facevano da satelliti». Per Guido Galperti, ex parlamentare Pd passato ad Italia Viva, e vicepresidente della Provincia, i dem hanno sbagliato strategia: «Bisogna superare l'idea di coalizzarsi contro qualcuno».

La rottura di Azione con il Pd apre nuove possibilità politiche al terzo polo ma la scelta di Calenda non aiuta a consegnare Palazzo Chigi nelle mani di Meloni e Salvini?
«Semmai sono gli elettori che consegneranno il Paese al centrodestra. Ma la scelta degli elettori è insindacabile. Io credo che Letta non abbia assunto l'approccio giusto: questo ammiccamento al bipartitismo tra Pd e Fdl ha aiutato la Meloni. Il segretario del Pd lancia l'allarme sulle destre, ma per 18 mesi ha partecipato al governo Draghi con dentro la Lega».

Quello era un governo di unità nazionale, però.
«Sì, ma non si possono più fare gli accordi ad escludendum, contro qualcuno, come succedeva con Berlusconi. Bisogna chiudere con quel periodo. Si rischiano solo attriti con un elettorato pensante che ha diritto a cambiare idea».

Non ritiene fondate alcune preoccupazioni su FdI? Non mi pare che Meloni voglia rafforzare l'Unione europea.
«Non condivido i programmi di Giorgia Meloni ma non mi preoccupano. Nel senso che anche lei avrà a che fare con principi costituzionali e con convenzioni sovranazionali, come la Nato o le istituzioni europee. Anche lei dovrà promulgare leggi all'interno di questi paletti».

E la vicinanza a partiti di destra come Vox?
«Ricordo che in Europa Fdl siede con i conservatori di Boris Johnson e non con Marine Le Pen. Io la Meloni vorrei batterla sui contenuti: Italia Viva è per rafforzare l'Ue, per il patto atlantico, noi non abbiamo mai messo in discussione l'Euro, non avvalliamo un espansione del debito in nome del populismo».

Senta, ma se l'alleanza con Calenda andasse in porto, non c'è il rischio che vi rubiate i voti, visto che avete programmi simili?
«Spero che Renzi e Calenda si alleino. In qualsiasi altro Paese due partiti così avrebbero presentato una lista assieme. Se non si riesce, vorrà dire che avrà prevalso l'interesse personale su quello generale. Certo la nostra è un'area omogenea, di stampo liberal democratico. Che guarda a Macron e ai popolari europei. A Ursula von der Leyen».

Cosa apprezza di Calenda?
«L'aver portato dentro al dibattito politico un rigore sui temi e sui problemi da risolvere che prima non c'era».

Perché tutto questo stupore nel fatto che Letta abbia cercato un'intesa con Verdi e Sinistra? Le coalizioni sono fatte da soggetti con politiche diverse, oggi a Berlino governa una coalizione Spd-Verdi-liberali.
«I Verdi in Germania hanno il 17% e sono una forza di governo costruttiva. Ad esempio accettano i rifiuti pericolosi che arrivano dall'Italia. Ma mai il cancelliere Schroeder si sognò di allearsi con la Linke (la Sinistra tedesca, ndr). Credo che Calenda abbia capito che si rischiava un altro governo Prodi I, affossato dalla Sinistra».

L'ideale sarebbe stato solo Letta-Calenda-Renzi?
«Sì, assolutamente. Perché a sinistra il terreno è bruciato. Fratoianni non ha mai votato la fiducia a Draghi».

Ma Italia Viva dove si colloca? Centrodestra o centrosinistra?
«Bisogna vedere il risultato elettorale. Indipendentemente da chi vince, noi faremo la nostra parte. Anche all'opposizione. Ciò che conta è lavorare sui programmi. A partire dal debito, la madre di tutte le questioni: Draghi è finito a Palazzo Chigi proprio per garantire che l'Italia pagasse le sue cambiali».

Il duo Renzi-Calenda potrebbe entrare in un governo di centrodestra se la loro coalizione non avesse i numeri da sola?
«Se non ci fosse una maggioranza chiara, allora l'uomo giusto c'è già: si vada avanti con Draghi».