Ambiente

Venezia. Sara Moretto: "Sull'Autorità della laguna serve una visione politica"

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L'intervento della parlamentare Iv pubblicato da "il Gazzettino", 12 febbraio 2021.

Cresce l'attesa per le nomine che dovrebbero rendere operativa la nuova Autorità per la laguna di Venezia, prevista dal Decreto Agosto, che sarà chiamata a gestire l'ultima fase di costruzione del Mose, curandone gestione e manutenzione una volta a regime, e che assorbirà le funzioni dello storico Magistrato alle acque.

Questa Autorità dovrebbe essere il vero spartiacque tra un passato nel quale si sono verificate lentezze, inefficienze e episodi corruttivi e un futuro caratterizzato da una governance efficace e trasparente. Questa struttura dovrebbe rompere con lungimiranza gli schemi a cui abbiamo assistito finora. Per farlo andranno inseriti al suo interno nuovi profili, scelti per merito e caratterizzati da elevate competenze tecniche e gestionali.

Nel passaggio tra passato e futuro c'è però l'oggi. Credo che in un Paese normale non sia concepibile disporre di un commissario straordinario che ha ampi poteri per completare il sistema del Mose e di un commissario liquidatore che dovrà peraltro accompagnare la consegna dell'opera all'Autorità e che nello stesso momento ci siano imprese che ancora devono essere pagate per i lavori fatti e per quelli, necessari, ancora da fare. In queste settimane abbiamo assistito a tentativi di piazzare nuove consulenze o assegnare nuovi ruoli, anche, a "vecchie" persone, quando invece il primo pensiero doveva essere proprio quello di pagare chi aveva lavorato.

Credo che sia davvero giunto il momento della chiarezza. Se l'impianto è quello dell'Autorità pubblica per la laguna ci si deve arrivare il prima possibile, per costruire un vero sistema di gestione del Mose e di programmazione delle opere di manutenzione e tutela di un ambiente delicato come quello lagunare. Queste settimane, nelle quali l'opera si è dimostrata efficace nella sua capacità di difendere la città lagunare, hanno anche messo in evidenza le incertezze operative ed organizzative, che tra l'altro portano ad un aumento dei costi e a rischi economici per il porto ed ecologici per l'ambiente lagunare.

Purtroppo a pagare il prezzo più caro rischiano di essere ancora una volta le imprese e i lavoratori. In queste ultime ore ci sono tentativi parlamentari di introdurre ulteriori nuove geometrie che, al di fuori di una linearità di rapporto tra pubblico committente e privato esecutore, inventano percorsi non chiari. Oggi, anche alla luce dei fondi Next Generation EU e del Recovery Plan, non servono scorciatoie ma visione politica e consapevolezza che il futuro della laguna, della città e del territorio metropolitano passa per una nuova e rinnovata governance, che faccia tesoro delle esperienze e delle competenze locali, coinvolgendo l'amministrazione comunale e l'autorità portuale. Il nuovo Ministro dovrà valutare subito il dossier Venezia e procedere ad una nomina di alto profilo e comprovata competenza. Finora si è perso anche troppo tempo.