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Troppe lavoratrici madri lasciano il lavoro. Bonetti: "Ora un cambio di rotta”

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Su 51 mila addii al lavoro, il 73 per cento riguarda lavoratrici madri e quasi sempre dopo il primo figlio. L'intervento della Ministra Elena Bonetti.

Lo scorso anno più di 37 mila lavoratrici madri hanno abbandonato il proprio impiego. Si sono dimesse volontariamente. Ma il dato che testimonia ìl vero "gender gap" è il raffronto con le scelte dei padri. Su circa 51 mila dimissioni volontarie, il 73 per cento è stato firmato da donne e il 27 per cento da uomini.

E perché tante lavoratrici madri, il 60 per cento dopo la nascita o in attesa del primo figlio, abbandonano la propria occupazione, magari a lungo cercata e la propria autonomia economia? Perché non riescono a conciliare il lavoro e la vita familiare, in particolare la cura dei figli, spiega oggi il quotidiano "la Repubblica".

L'Istat, aggiunge il quotidiano, certifica che in generale il 20 per cento delle donne è costretto a lasciare il lavoro dopo la nascita dei figli.

Amaro il commento della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. «È una situazione di assoluta gravità. Il dato attuale sul lavoro femminile sottolinea un'urgenza indifferibile: un cambio di rotta deciso verso l'armonizzazione dei tempi di vita familiare e del lavoro. Serve una vera promozione dell'occupazione delle donne e un investimento economico stabile per le famiglie».

Del resto oggi la demografia è figlia dell'occupazione. È stata la grande rivoluzione del secolo scorso: mentre il Sud smetteva di fare figli, i bambini nascevano (e continuano a nascere,) nelle regioni del centro nord dove il lavoro femminile ha percentuali molto più alte, sottolinea il quotidiano. 

Aggiunge Elena Bonetti: «Per questo è stato cruciale dotarsi di un Family Act. Un piano che agisce sia con incentivi per il lavoro femminile, ma anche perché il lavoro possa valorizzare l'esperienza della maternità».