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Trattato Italia-Francia, Gozi: "Una base solida e strutturata per le relazioni fra i due Paesi"

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L'intervento pubblicato da "il Sole 24 Ore", 12 novembre 2021.

In queste ore si stanno limando gli ultimi paragrafi dei testi. Poi, per i primi giorni della settimana prossima, il tanto atteso Trattato del Quirinale tra Italia e Francia potrà finalmente vedere la luce. A firmarlo, tra giovedì 25 e venerdì 26 novembre, il presidente francese, Emmanuel Macron che in quei giorni sarà in visita in Italia e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il presidente francese avrà anche un colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella anche se tutte le materie oggetto del Trattato sono state discusse e concordate a livello dei due Governi e quindi la Presidenza della Repubblica non è intervenuta in alcun modo sui testi.

La firma vera e propria avverrà in calce a due testi. Il primo è il Trattato composto dai vari articoli su tutti i campi della cooperazione bilaterale. Il secondo è un programma di lavoro simile alle conclusioni operative in uso nei vertici bilaterali. Si spazia dalla difesa e sicurezza (in vista del drone europeo e dello Strategic compass che dovrà essere approvato nei primi mesi del 2022 sotto presidenza francese della Ue) agli Affari esteri ed europei. Previsto anche un rapporto bilaterale in tema di immigrazione che dovrebbe chiarire una volta per tutte il regime da applicare nella collaborazione tra le polizie di frontiera italiana e francese ai valichi tra i due Pesi, in particolare a Ventimiglia.

Sandro Gozi, ex sottosegretario agli Affari europei ed attuale eurodeputato di Renew Europe vicino al presidente francese Macron, ha già avuto modo di sottolineare come «il Trattato garantirà comunque una base solida e strutturata per far funzionare la relazione tra Italia e Francia, creando una serie di gruppi di lavoro congiunti e scambi più fluidi». Italia e Francia hanno del resto un destino comune che si tratti di Libia, Africa, immigrazione, grandi progetti industriali. «Se ci mettiamo in competizione tra di noi siamo perdenti» osserva Gozi