L'intervista pubblicata da "il Quotidiano del Sud", 10 giugno 2021.
L'Amministratore delegato di Rfi, Vera Fiorani, è stata audita ieri in commissione Lavori Pubblici del Senato sull'alta velocità fra Roma e Reggio Calabria. Fra gli obiettivi del nuovo investimento, ha detto la manager, c'è il collegamento in meno di quattro ore fra Roma e Reggio.
Senatrice Vono, raggiungere Roma da Reggio Calabria in 4 ore le sembra una conquista? «Risparmiare un'ora di tempo, a conclusione dei due lotti finanziati fino a Cosenza, in attesa del completamento della linea può sembrare sicuramente un traguardo per la mobilità dei calabresi ma se poi entriamo nel dettaglio del progetto di fattibilità del prolungamento dell'Alta Velocità dopo Salerno, scopriamo che la linea ferroviaria non sarà ad alta capacità e che, quindi, non sarà dotata di particolari meccanismi di controllo del traffico tali da permettere una superiore frequenza di passaggi come quella che va a Milano».
E quindi?
«La Calabria deve rivendicare con forza una rete di mobilità sicura, moderna e razionale. Questa è l'unica possibilità per migliorare i tempi di vita e lavoro di cittadini e pendolari, per rendere efficiente il trasporto delle merci, per evitare l'isolamento delle aree interne e per garantire ai turisti e alle imprese di scoprire le identità e potenzialità della nostra Regione. In fondo se pensiamo al solo risparmio di tempo, che tuttavia è minimo, senza capire che l'alta velocità dovrebbe servire a globalizzare rendendo possibili relazioni sociali ed economiche e puntare alla qualità dei servizi e anche a migliori e innovativi mezzi di trasporto, vuol dire che siamo ancora all'anno zero».
Sa a quanto ammontano i fondi di accompagnamento necessari a completare l'Av?
«Il Fondo complementare del PNRR assegna più di nove miliardi di euro agli interventi prioritari per il periodo 2021-2030 sulla linea ferroviaria Av/Ac Salerno - Reggio Calabria».
Cosa non l'ha convinta dell'audizione?
«Ieri durante l'audizione di Rfi ho potuto rappresentare diverse perplessità che riguardano gli effettivi benefici dell'attuale studio di fattibilità che non ha avuto riscontri positivi con il territorio e ho chiesto di avere un tavolo tecnico dove poter apportare miglioramenti al percorso, soprattutto ai lotti 1 (Battipaglia-Tarsia) e 2 (Tarsia - Cosenza) interamente finanziati con la nuova galleria Santo Marco, essendo quella esistente in situazioni di degrado e assenza totale di sicurezza. la nuova linea AV, pur non essendo un tecnico ma essendomi confrontata con esperti e studiato i percorsi, appare come un gigantesco zig-zag attraverso le montagne, che di fatto trascura la linea esistente, isolando l'intera area tirrenica cosentina e utilizzando impropriamente risorse necessarie invece per l'ammodernamento dell'intero sistema infrastrutturale calabrese».
Mentre sulla linea jonica cosa sta succedendo?
«Si discute di beneficio per l'area jonica ma credo che ci sia un po' di confusione di orientamento e di regioni perché bisogna effettivamente comprendere i benefici per la Calabria per cui non ho avuto purtroppo risposta. Per la linea ferroviaria jonica calabrese, i cui lavori di elettrificazione sono cominciati nel 2018 nel prossimo decreto avremo la nomina del commissario proprio per velocizzare la realizzazione, essendo rientrata, in seguito, a mia richiesta, tra le opere commissariate dal governo».
Altri dubbi...
«Ho manifestato le mie perplessità anche sui costi economici ed ambientali incommensurabili del tracciato che avrebbe fortissime pendenze e 60 km di gallerie su 160. Si tratta di "bucare" il Pollino, l'Appennino Costiero e la Sila, costruendo un gran numero di viadotti e trafori. Sembra volersi ripetere il medesimo errore della A3 (oggi A2), l'"autostrada di Annibale" attraverso le montagne, difficilmente percorribile in passato per molti mesi all'anno. Oggi, grazie all'attenzione riservata dal governo Renzi le condizioni sono migliorate nell'ottica di farne una "smart road" ma non si può tacere sulle continue manutenzioni e restringimenti a causa proprio della difficile percorribilità in alcuni tratti. Il progetto allo studio non sembra affatto finalizzato a rendere la Calabria più efficiente, fruibile e competitiva, ma solo a renderla mera regione di transito; ciò è dimostrato anche dai soli 700 milioni stanziati per le stazioni al Sud. Mi chiedo perché un progetto simile a quello attuale era stato presentato negli anni 80, ma fu scartato dallo stesso Ente Ferrovie per i costi esorbitanti e le difficoltà costruttive».
Saranno diversi gli interessi in campo o il territorio calabrese si è trasformato...
«Errare è umano ma perseverare è diabolico. In ogni caso continuerò a chiedere un confronto prima del dibattito pubblico a cui si appiglia Rfi perché è necessario apportare modifiche al tracciato o quanto meno comprendere la logica di quanto proposto».
Secondo lei la connessione col Ponte sullo Stretto è indispensabile?
«Posare la prima pietra dei lavori per la realizzazione del Ponte è una sfida che dobbiamo affrontare e vincere per assicurare un futuro ai giovani della Sicilia e della Calabria ma soprattutto per dimostrare a tutti che l'Italia non annaspa tra la propaganda politica dei colpi bassi e veleni ma che, anzi, è in grado di decidere, realizzare e giocare alla pari con tutti gli altri paesi sviluppati. L'intergruppo trasversale che coordino in Parlamento è forte e coeso e sin dalla sua costituzione lavora ininterrottamente per sensibilizzare il governo a metterci la faccia prendendo una decisione definitiva. Abbiamo inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in cui chiediamo, come gruppo interparlamentare, di essere ricevuti per parlare della rapida cantierabilità del Ponte. In questo momento storico non pensare alle potenzialità del mezzogiorno e partire da quelle per ribaltare il paradigma del sud da assistere sarebbe un errore politico imperdonabile».