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Tommaso Pellegrino: "Rafforzare l'area di centro, liberale, moderata e riformista"

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Intervista di Erika Noschese, "le Cronache di Salerno", 28 giugno 2022.

Italia Viva pronta a staccarsi dal Pd se i dem dovessero davvero aprire al Movimento 5 Stelle. Lo ha confermato il coordinatore provinciale Tommaso Pellegrino che fa il punto della situazione dopo la scissione del M5S e l'addio di Luigi Di Maio: "Penso che Luigi Di Maio abbia avuto coraggio, quando ci sono cose sbagliate non si può pretendere che quelle persone perseverino nell'errore; lui ha riconosciuto che, oggi, quel modello di politica - che fa leva sul populismo, sul qualunquismo e sulla demagogia - ha prodotto danni importanti e rischia di produrne tanti altri", ha dichiarato il consigliere regionale.

Consigliere Pellegrino, da coordinatore provinciale sarà affiancato da Anna Rosa Sessa dopo la nomina al regionale dl Angelica Saggese. Continua la riorganizzazione del partito sul territorio e per creare nuovi coordinamenti...
"Il lavoro che stiamo facendo va esattamente in questa direzione: a breve presenteremo la segreteria provinciale e stiamo crescendo in ogni comune, dove ci sono diversi amministratori con i quali stiamo lavorando. Anna Rosa è una brillante amministratrice, una persona estremamente qualificata, la contraddistingue la passione e la competenza e sono certa che continuerà a portare avanti l'eccellente lavoro svolto da Angelica Saggese e che la stessa farà da coordinatrice regionale e sono certo che continueremo, migliorando anche quanto fatto fino ad ora proprio grazie a Saggese e a Sessa che daranno un valore aggiunto. L'obiettivo è lavorare per riorganizzare al meglio il partito su tutto il territorio provinciale".

Nei prossimi giorni il primo appuntamento del coordinamento provinciale anche per individuare nuove nomine, coprendo da nord a sud il salernitano. Quali sono le linee guida da seguire?
"Dobbiamo rappresentare al meglio i valori liberali, europeisti e riformisti ma, soprattutto, Il tema è stare con la gente, ascoltare le loro istanze in un momento difficile; la politica deve recuperare credibilità e fiducia e per farlo bisogna puntare sulla qualità, sul merito e le competenze. Di recente, ha aderito al partito anche Mario Polichetti. Polichetti e Sessa danno valore al nostro lavoro, arricchiscono il partito. Oggi stiamo cercando di investire su quelle che sono le competenze, non i professionisti della politica ma persone che si mettano a disposizione della politica e che, anche attraverso il merito, possano ridare fiducia e credibilità ad una politica che ha bisogno di slancio in termini di concretezza. Il lavoro che stiamo facendo va in questa direzione, grazie ai nostri amministratori, a cominciare dal gruppo regionale: stiamo portando avanti un lavoro significativo importante anche a Palazzo Santa Lucia e lo stiamo facendo in tutti i contesti amministrativi".

Luigi Di Maio dice addio al Movimento 5 Stelle e il gruppo si spacca anche in Campania dove Ciarambino dovrebbe andare con il ministro mentre gli altri consiglieri regionali dovrebbero restare con Conte. C'è l'ipotesi, per l'attuale vice presidente, di un passaggio in maggioranza, cosa ne pensa?
Noi l'abbiamo detto più volte che ci sarebbe stato un inizio e una fine per i 5 Stelle. Quando si cerca il consenso rincorrendo la demagogia e il populismo è chiaro che i risultati sono questi. Penso che Luigi Di Maio abbia avuto coraggio, quando ci sono cose sbagliate non si può pretendere che quelle persone perseverino nell'errore; lui ha riconosciuto che, oggi, quel modello di politica - che fa leva sul populismo, sul qualunquismo e sulla demagogia - ha prodotto danni importanti e rischia di produrne tanti altri. È chiaro che in questa scissione c'è quello che abbiamo detto noi: Conte ha fallito, da Presidente del Consiglio - e, in modo evidente, abbiamo credibilità in Europa con Draghi grazie a Matteo Renzi - e da capo politico del M5S: è stato capace di distruggere il Movimento, dopo aver prodotto danni in Italia. Di Maio ha avuto coraggio, credo abbia intrapreso un percorso che non esclude nulla, attraverso il dialogo e la costruzione di un futuro che oggi rileva una serie di cambiamenti degli assetti politici, non fosse altro che per quanto accaduto in questi giorni. Voglio però evidenziare che, in Regione Campania, con i colleghi del M5S c'è un rapporto di stima reciproco e anche nelle varie commissioni c'è una collaborazione fattiva".

Più volte il governatore ha parlato di un unico grande partito che possa vedere insieme Pd e 5 Stelle, nei giorni scorsi ha aperto invece al ministro Di Maio. Italia Viva è pronta ad andare insieme?
"Il Pd, finché continuerà a seguire la demagogia, il qualunquismo e il populismo non può vederci come compagni di strada. È chiaro ed evidente che oggi abbiamo un'idea di politica diametralmente opposta, ci auguriamo che il Pd - rispetto ai fasti dei giorni scorsi - possa rendersi conto che è necessario cambiare stagione, giacché non può essere quella di inseguire qualunquisti e populisti ma di costruzione, riformismo, che possa vedere forze responsabili insieme per governare il Paese. Il Pd deve fare però delle scelte, poi che si ragioni su soggetti unici è il lavoro che fu fatto con Veltroni, con il Pd e che non ha trovato corrispondenza, né culturale né ideale".

Politiche 2023, a queste condizioni Italia Viva sarà fuori dalla coalizione di centrosinistra o, comunque, non condividerà il percorso con il Pd?
"Bisogna innanzitutto rafforzare quell'area di centro, moderata, liberale, riformista che coincide con il progetto di Italia Viva; vogliamo rafforzare il nostro progetto, oggi non c'è una legge elettorale che ci impedisce di fare qualsiasi scelta, compresa quella di rappresentare quel centro. Mi auguro che il mondo centrista oggi possa ritrovarsi insieme per costruire un'identità forte perché oggi ce n'è bisogno perché si tratta di valori indispensabili per guardare al futuro in un certo modo. Queste forze possono ritrovarsi per guidare il Paese, poi se dovesse esserci una convergenza più ampia, anche con il Pd, ben venga ma oggi Italia Viva punta a colmare quel vuoto politico di tipo liberale, riformista".