Ambiente territori

Tommaso Pellegrino: "Ferme decine di opere per la tutela della natura, paralizzate dai burocrati"

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L'intervista pubblicata da "la Città", 21 aprile 2022.

«Dicono no a tutto, il Paese è paralizzato, il sistema delle Soprintendenze va rivisto subito». Tommaso Pellegrino, commissario del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni, consigliere regionale di Italia Viva e amico intimo di Matteo Renzi, è un fiume in piena e si schiera apertamente a favore «di una revisione radicale del ruolo delle Soprintendenze». 

Di che revisione parla?
Bisogna sburocratizzare: che senso ha un parere della Soprintendenza in un'area protetta dove c'è già un altro ente dello Stato preposto alla tutela dell'ambiente? I parchi nazionali rappresentato il Ministero dell`Ambiente sui territori, il massimo organo preposto al controllo e alla tutela dell'ambiente e del paesaggio. Penso che un parere possa bastare...

Perché questa posizione drastica?
Perché l'Italia ha bisogno di ripartire, non può più restare immobile.

Si riferisce a qualcosa in particolare?
Basti pensare che attualmente in Italia il 60% delle pratiche riguardanti le energie rinnovabili sono bloccate dalla Soprintendenza. Ma non solo quelle...

Cos'altro?
Quello che ho visto in questi anni alla guida del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni è impensabile. La Soprintendenza ha bloccato decine di opere concepite proprio per la difesa e la valorizzazione del patrimonio naturalistico. Dalla manutenzione dei sentieri ai campi boa per proteggere la posidonia, dall'aranceto di Villa Matarazzo a un innovativo progetto di bike sharing. Tutto bloccato da anni. Vi sembra normale?

Perché avviene questo?
Perché la legge prevede che anche nelle aree protette, già tutelate da un ente dello Stato che si occupa esclusivamente della protezione della natura, ovvero il Parco, debba rilasciare un parere. Un'assurdità che i parchi nazionali debbano essere subordinati al parere delle Soprintendenze.

Un disagio anche per i cittadini che vivono all'interno dell'area protetta...
Certo. Immaginate una persona che deve realizzare una piccola opera: deve chiedere il parere sia al Parco, sia alla Soprintendenza. Dal nostro Parco ricevono una risposta al massimo entro trenta giorni, dalla Soprintendenza possono passare mesi e anche anni. E qualche volta capita che i due pareri sono discordanti. Ecco perché i cittadini perdono la fiducia nelle istituzioni.

Quindi secondo lei le Soprintendenze invece di tutelare il territorio ne bloccano la crescita? Assolutamente sì. Con danni economici per il territorio immensi. Basti pensare che come Parco abbiamo i sentieri bloccati da due anni per un parere della Soprintendenza. Abbiamo i soldi in cassa ma non possiamo intervenire. Avevamo chiesto di metterli in sicurezza, non volevamo costruire una nuova autostrada... Ma di esempi come questo potrei fame a decine...

Ha provato ad aprire un dialogo, un confronto con la Soprintendenza?
Sì, tante volte. Anche il direttore del Parco si sente quasi quotidianamente con la Soprintendenza. Ma i nostri appelli cadono nel vuoto.

Qual è la sua proposta?
Sburocratizzare, abolire completamente il parere delle Soprintendenze nelle aree Parco. Le Soprintendenze lamentano di non avere dipendenti a sufficienza e che sono sommerse dalle pratiche. A questo punto mi viene da pensare che anche per il ministero non sono importanti.

Come pensa di muoversi?
Presenterò un emendamento al Consiglio Regionale ma continuerò questa battaglia su tutti i tavoli istituzionali. Si stratta di difendere il Paese, di salvarlo dalla burocrazia e di farlo ripartire.