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Toccafondi: "Scuola d'estate, il progetto lascia perplessi"

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L'intervento pubblicato da "la Nazione", 18 maggio 2021. 

La scuola non è semplicemente una trasmissione di sapere e nozioni, ma è un insieme di rapporti e relazioni, di domande, dubbi, esperienze, scoperte che tutta la buona volontà di docenti e ragazzi non può trasferire davanti ad un video. A seguito di un anno complicato è opportuno e giusto interrogarci su come aiutare i ragazzi. Nasce così l'idea contenuta nel decreto di marzo di scuole aperte d'estate per aiutare bambini e ragazzi sul recupero didattico e relazionale. Tutto molto bello quindi, tranne la conclusione.

Ho letto la circolare ministeriale del 27 aprile sul Piano scuola estate 2021. Questa disposizione ha un titolo molto incoraggiante, "Un ponte per il nuovo inizio", ed una premessa altrettanto realistica: «La sfida per la scuola resta la medesima di sempre eppure enormemente accresciuta dalla crisi di questo tempo: non lasciare indietro nessuno».

Una circolare innovativa e anche decisamente operativa visto che le risorse ci sono e non poche. Complessivamente i fondi sono 520 milioni di cui 150 che andranno direttamente alle scuole, ripartiti in base alla popolazione studentesca. Queste ultime risorse saranno immediatamente spendibili anche per le attività da giugno a settembre. Tutto gestito dalle autonomie scolastiche. Non posso che essere felice di ciò perché solo la scuola, la singola scuola, può conoscere cosa è utile per il singolo ragazzo. Solo i docenti possono sapere chi necessita e di cosa.

Tutto bello quindi? No. Sia perché a differenza dell'anno scorso ancora non ci sono le risorse per centri estivi gratuiti, esperienza molto positiva su cui ha lavorato e sta lavorando la ministra Bonetti, sia perché l'ultimo concetto inserito nella circolare e nelle decisioni lascia perplessi. Basta leggere l'ultima frase: «L'adesione degli studenti, delle loro famiglie e dei docenti sarà su base volontaria».