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Toccafondi: "Lo Stadio e altri progetti, il triste ritornello dell'immobilità fiorentina"

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La lettera di Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, pubblicata dal "Corriere Fiorentino", 21 gennaio 2021.

Caro Direttore,
alla luce del dibattito politico generale ma anche sul futuro dello stadio Franchi e partendo dal fatto che ad oggi è molto più probabile che non avremmo uno stadio moderno, si aggiunge un capitolo al libro dal titolo/ “A Firenze non si può fare”. Prima di descrivere brevemente i vari capitoli precedenti vorrei andare alle conclusioni: di rendita non si vive, di mantenimento dello “status quo” neppure, le cose non torneranno magicamente come prima del covid. Non vivrà più nessuno nel mondo così, noi compresi, urge quindi prenderne coscienza e darsi una mossa.

Sottolineo solo due dati e degli ultimi due giorni: Firenze perde 20 residenti al giorno, 11mila in due anni, siamo una città anziana, il 28% è ultra 65enne. I consumi a Firenze nel 2020 sono diminuiti del 60%... I capitoli, le storie, sul “A Firenze non si può fare” sono tanti. Sembra un ritornello, e di solito i ritornelli fanno sorridere, questo invece no e rischia di far scappare investitori e rischia di farci perdere l’unico treno per far ripartire l’economia di questa città. Non si può fare uno stadio moderno perché quello che abbiamo è un monumento intoccabile di “rilevantissimo interesse culturale” (si noti il superlativo), così lo vuole ammodernare il comune e lo paghiamo tutti noi. Magari quei soldi sarebbero molto più utili per chi non ha casa, chi sta in fila per un pasto, per chi non sa come pagare la bolletta.

Non si fanno le tramvie per collegare il centro con le periferie e non vogliamo né scavare, né tagliare un albero così circumnavighiamo, non si fa una pista dell’aeroporto vera e propria purché ci sono i comitati, il Tar, il rospo smeraldino. Attraversare Firenze con l’Alta velocità? Non sappiamo ancora se si può fare e soprattutto non sappiamo ancora come fare dopo trent’anni di dibattito. A nord, sul ponte all’indiano, e a sud sul ponte del Varlungo ci sono due monconi che aspettano di fare la circonvallazione, sono sempre lì. Non si mette un cancello a Santo Spirito perché “deturpa” ma sembra non deturpare lo scempio notturno a cui devono assistere i residenti. Gli Uffizi sono uno scrigno ma da venti anni una gru staziona lì perché sembra impossibile terminare i lavori e la nuova uscita.

Siamo la città che vanta il “Corridoio Vasariano” ma è chiuso e se il Direttore degli Uffizi presta un’opera fuori dal museo il CdA si dimette ma poi il Ministro li rinominare. Produciamo un sacco di rifiuti ma non siamo affatto autosufficienti sullo smaltimento e così non chiudiamo il ciclo dei rifiuti e paghiamo un sacco di soldi per portarli da qualche parte, ma sia mai che parliamo di termovalorizzatore, intanto ci teniamo l’impianto di biogas a Case Passerini, che poi alla fine a me sembra discarica ma che produce soldi e odori non buoni, soldi che vanno anche ai comuni come “indennizzo per disagio ambientale” e così va bene.

Perché tutto questo? Perché “a Firenze non si può fare”. Sembra un ritornello ma non fa ridere.