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Successo per l'incontro con Teresa Bellanova a Lecce

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Sala gremita all'Art Hotel di Lecce, per l'appuntamento con la Ministra

Un pubblico caloroso ed entusiasta ha accolto la Ministra per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, ospite nella regione natia, a Lecce, per partecipare ad un'assemblea pubblica del nostro progetto politico. Come riportano le testate locali, fra le quali il "Corriere Salentino", sono stati tanti i temi affrontanti durante l'evento: dallo sviluppo economico al Mezzogiorno, dal ruolo delle donne in politica e nel nostro partito, fino alla questione Ilva.

La nostra coordinatrice nazionale ha spiegato ai simpatizzanti presenti le motivazioni alla base della nascita di Italia Viva e la vocazione del nostro movimento a porsi come forza di rinnovamento, anche sui territori.

“La scelta di separarci dai dem è stata inevitabile: io personalmente ero stanca di divisioni, di parole consumate per aumentare asprezze”, ha spiegato Bellanova, sottolineando che Italia Viva non è stata una scelta improvvisata. “Quando decisi di non candidarmi come segretario del Pd dissi a Renzi che non mi sarei candidata non per paura di non vincere, ma perché quel progetto purtroppo è stato ammazzato, perché dopo dieci anni ancora si discute delle reciproche provenienze culturali e partitiche”.

“Se dopo un decennio il patrimonio immobiliare di un partito resta in fondazioni separate, vuol dire che non si è creduto in un progetto comune. La scelta di Italia Viva, pertanto, l’ho fatta con grande convinzione", ha proseguito la coordinatrice.

"La nostra è una start up politica che raggiungerà grandi numeri - ha spiegato poi Bellanova - non solo perché sa essere innovativa, ma perché rispetta la parità di genere. Anche qui, in Salento, nomineremo coordinatrici e coordinatori locali, sempre tenendo conto della parità di genere".

La Ministra ha poi affrontato i temi legati al lavoro e allo sviluppo economico: "da quanto tempo non si parla del sistema – Paese? Si parla della contingenza, dell’urgenza ma non si parla del modello di sviluppo col quale si pensa di rispondere all’urgenza vera del nostro paese, che è il lavoro". 

Altre forze politiche, ha spiegato Bellanova, "distolgono attenzione parlando di immigrazione ma la nostra vera emergenza è il lavoro, per se stessi e per la propria famiglia, per i propri figli. Non c’è alternativa. Mezzogiorno significa conoscere i nostri punti di forza, le nostre eccellenze e fare impresa di qualità anche qui da noi: bisogna solo saperla individuare. Italia Viva nasce per costruire insieme il programma di questa casa comune. Ciò significa avere chiaro il programma della Leopolda, con cui tanti giovani si sono misurati. L’innovazione e la ricerca sono il terreno sul quale costruire il futuro, nel rispetto dell’ambiente e delle regole che ci siamo date a livello internazionale perché l’Italia non si può privare del manifatturiero. Intendiamo sostenere anche lo sviluppo dell'ambito culturale e turistico perché il nostro è un paese che può attrarre alto turismo. L’agricoltura così come il settore alberghiero rappresentano il futuro”. La Ministra ha, inoltre, sottolineato i punti del nostro piano Italia Shock, per risvegliare l'economia del paese, sbloccando i molti cantieri attualmente fermi, anche nel Sud Italia.

Rispetto alla vertenza Ilva, la Ministra ha ribadito che “se si blocca l’Ilva, si blocca il risanamento ambientale. Non occorre pensare solo al consenso: non puoi pensare di distribuire ragioni a tutti. Occorre confrontarsi alla pari anche con grandi imprenditori. Non serve sfidare la piazza, ma dobbiamo confrontarci".

Venendo, infine, alle motivazioni che hanno portato Italia Viva a sostenere il Governo in carica, Bellanova ha spiegato che "Italia Viva ha permesso che nascesse questo governo perché c’era una emergenza democratica: Salvini seminava odio e da una spiaggia pensava di debellare gli istituti della nostra Carta costituzionale e invece non esistono i pieni poteri. Inoltre, non potevamo consentirci l'ipotesi di un Parlamento disposto ad eleggere un futuro Presidente della Repubblica sovranista, che avrebbe consegnato i nostri figli ad un futuro di isolamento in Europa".