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Stellantis, Polese: "Se Melfi viene meno, si chiude la Basilicata"

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L'intervista su "la Gazzetta di Basilicata", 23 settembre 2022.

È tra i capilista più giovani: Mario Polese, vice presidente del Consiglio regionale lucano, è candidato alla Camera con il Terzo Polo.

«Vota lucano»: il Terzo Polo in Basilicata punta su questo. È una scelta che vi premierà?
«Penso di sì. Non perché non crediamo al motto "Prima i lucani" ma perché veniamo da una rappresentanza di 14 parlamentari ridotta a sette che rischia di contrarsi ulteriormente qualora i parlamentari eletti non fossero lucani. E noi siamo l'unica coalizione che ha fatto una scelta di campo: candidare tutti lucani. Non lucani sconosciuti. Lucani che, al di là di me Luca Braia e Marcello Pittella, rappresentano, insieme agli altri candidati, persone radicate sul territorio, che conoscono i problemi e vogliono portare a Roma il loro portato culturale, politico ed amministrativo per difendere la Basilicata».

Con questa legge elettorale la rappresentanza nei partiti, in qualche modo, viene imposta dall'alto. Come pensate di far sentire le istanze della Basilicata?
«Innanzitutto c'è questo taglio dei parlamentari voluto da una norma scellerata, a cui ci siamo opposti, proposta da Pd e M5s...».

La legge elettorale, però, si chiama Rosatellum perché è stata fatta da Ettore Rosato, autorevole esponente di IV.
«Il Rosatellum è la modalità che era stata prevista con il vecchio numero di parlamentari. Il taglio non è collegabile a Rosato ed alla legge elettorale. È un'assurdità che ha visto comprimere la rappresentanza e la democrazia in nome di un populismo mediatico ed inoperoso dal punto di vista politico ed amministrativo che ha prodotto dei danni».

Quali sono le priorità per la Basilicata?
«Le priorità che vogliamo rappresentare a Roma vengono, non solo, dal nostro portato e dalla nostra esperienza politico amministrativa ma da un progetto politico che vuole portare al centro il merito, la conoscenza, la competenza ed anche la "lucanità" intesa come relazione stretta con il territorio ed i suoi problemi, rispetto ad altre coalizioni che hanno rappresentato in Basilicata dei turisti elettorali nei cui programmi per la Basilicata l'unica cosa che riscontriamo è "Quanto è bella la regione" esattamente come tutti i lucani quando vanno fuori in vacanza. Questa, però, non è una vacanza ma la partita per la vita per il nostro territorio».

Stellantis ha confermato per Melfi i 4 modelli. Per i sindacati ed i lavoratori questo non basta. Quale è la ricetta del Terzo Polo per l'area industriale di Melfi?
«Noi siamo stati gli unici che in tempi non sospetti ci siamo occupati di Stellantis e lo abbiamo dovuto fare con Sara Moretto una parlamentare veneta proprio per l'insipienza dei parlamentari lucani, ad eccezione di Gianni Pittella, che sul tema sono stati latenti. Così come sono stati latenti il presidente Bardi e la sua giunta perché in una vicenda come questa non ci si può nascondere sul fatto che la proprietà è francese. Bisognava andare a Roma con tutta la delegazione dei 13 parlamentari e chiedere quella che è stata la nostra proposta: un patto per Melfi. Io non credo che ci saranno licenziamenti ma l'obiettivo sarà far spegnere Melfi come una candela, riducendo sempre di più la produzione, negoziando gli esuberi ed i pensionamenti anticipati senza immettere nuove risorse. Il problema di Stellantis non è solo un problema della fabbrica in sé e del suo indotto, che ha anche la sua valenza, ma è un problema di un progetto di sviluppo per la Basilicata che se viene meno comporterà la "chiusura" della nostra regione».

Bonus gas: il governatore lucano ha approvato le linee guida delle legge ma voi in Consiglio vi siete astenuti.
«La nostra astensione è stata costruttiva perché quando si è proposto il provvedimento era tutto nebuloso ed incerto. Il presidente Bardi su mia richiesta non ha risposto a notizie sui beneficiari, sull'entità del contributo, sui tempi. Erano, poi, esclusi sia i 50mila lucani che non erano allacciati al metano sia tutto il mondo delle imprese. Ieri, a tre giorni dalle elezioni, presenta le linee guida e fornisce le informazioni che avevamo chiesto invano. Per i tempi è uno spot elettorale. Poi, lo dovremo verificare ad ottobre quando i lucani avranno o meno lo sconto in bolletta. Se lo avranno non possiamo che essere favorevoli. Era una nostra proposta di febbraio dello scorso anno, e siamo contenti se il presidente l`avrà recepita nella sua interezza. Se non accadrà, sarà solo uno spot elettorale».

Liste di attesa lunghissime, carenza di medici ed infermieri, sanità privata in crisi: cosa fare per evitare il peggio con una pandemia che non è finita?
«Noi vogliamo i 37 miliardi del Mes in sanità perché riteniamo che il diritto alla salute sia una priorità per i cittadini lucani. Il nostro obiettivo è investire su una sanità a misura d'uomo: non si può pensare ad un ospedale in ogni comune ma costruire le condizioni con telemedicina, rafforzamento della medicina territoriale e ripensamento del medico di medicina generale come un presidio sul territorio, per consentire a tutti di avere le stesse cure e gli stessi diritti. Inoltre, siamo consapevoli che è necessario ripensare l`impostazione del Pnrr sulla sanità. Non è con le case di comunità che hanno fallito in Emilia e Lombardia, messe nei comuni dei sindaci amici, che si risolve il problema dell'organizzazione sanitaria. Inoltre, bisogna togliere il numero chiuso a Medicina. Conosco medici bravissimi che hanno fatto più volte il test e stavano scoraggiandosi rispetto a quella esperienza professionale e altre persone che hanno superato i test al primo turno ed hanno lasciato per fare altro».

In ultimo, dal 26 settembre in Basilicata cosa accadrà con il Terzo Polo?
«Sono convinto che il Terzo Polo produrrà un risultato straordinario in Basilicata. Noi faremo un risultato migliore di quello nazionale, andremo oltre la doppia cifra. Siamo convinti che ci potranno essere sorprese elettive tanto alla Camera quanto al Senato ed a partire dal 26 settembre, sono convinto, che a prescindere dai risultati, nascerà un'area politica nuova: cattolico-democratica, riformista, liberale, a tratti socialista, che proverà a dettare le linee politiche per una alternativa a questo Governo regionale e per un forte radicamento nei comuni e nelle Province».