L'intervista pubblicata da "la Gazzetta dello Sport", 24 settembre 2022.
Ritiene più giusto un Ministero per lo Sport o va bene la soluzione recente, con un Sottosegretariato?
«Senza dubbio un ministro dedicato con portafoglio sarebbe più adatto a sviluppare azioni di promozione sportiva».
Come vede il ruolo di Sport e Salute? Da togliere, modificare o ripensare?
«Esiste e deve saper dialogare proficuamente con il Coni. Non può essere antagonista, non deve andare per conto proprio, ma deve integrare il gran lavoro che il Coni e le Federazioni svolgono».
Gli stadi in Italia continuano a essere un problema: pochi nuovi, tanti fatiscenti. Quale soluzione per sboccare tanta burocrazia?
«La burocrazia va snellita. Sta creando ostacoli. Uno stadio polifunzionale, moderno, è una opportunità importante. Ci sono delle tutele urbanistiche da salvaguardare, ma l`intreccio di mille autorizzazioni sono una inaccettabile realtà da superare. Toglie la voglia di investire e i costi aumentano».
II sostegno al calcio da parte del governo è giusto?
«Il calcio è sport, è passione. Ma è anche business. Agli alti livelli è moltiplicatore di fatturati. Porta lavoro. Certo! Il Governo non può non occuparsene».
Come spendere nello sport i soldi del Pnrr? Quali urgenze?
«Devono essere investiti in progetti importanti. Attualmente i soldi stanziati sono destinati alla riqualificazione degli impianti sportivi. C'è bisogno di impianti di base, nelle scuole fuori delle scuole per lo sport».
Lo sport nelle scuole va ancora molto a rilento. Cosa occorre fare al più presto col nuovo governo?
«Ho depositato una proposta di legge perché l'educazione sportiva sia insegnata fin dalle prime classi elementari da docenti professionalizzati».