La notizia su "Milano - la Repubblica", 1 dicembre 2020.
Spulciando tra i Luoghi del cuore che il Fai chiede di votare per salvare il patrimonio ambientale e artistico, in Lombardia spicca quello alla posizione 189: in 1.363, al momento, hanno votato una frana. La frana di Spriana, che da oltre 40 anni - il primo allarme fu negli anni Sessanta - incombe su Sondrio. Si trova all'imbocco della Valmalenco: quando questo pezzo del monte Foppa cadrà - non c'è un "se", prima o poi succederà - farà da tappo al torrente Mallero trasformandolo in un'onda d`acqua e fango che devasterà il capoluogo valtellinese, e di conseguenza mezza provincia.
Parliamo di una cubatura di almeno 70 milioni di metri cubi di terra: tanto per capirci, quella che cadde in Val Pala e che nel 1987 fece 35 morti, era di 34 milioni. Per tanti sondriesi è un'ossessione, affrontata col misto di fatalismo, rimozione e incoscienza tipico della zona, anche perché sono chiusi da 12 anni i cantieri per il by-pass che al momento cruciale incanalerà il Mallero a monte della frana e lo rimanderà a valle. Motivo, il più classico: la mancanza di fondi.
Va letta così anche la scelta del Fai, e dei 1.363 votanti: uno sprone a far ripartire i lavori, in gran parte già completati. Manca la parte finale, un rivestimento interno e una connessione allo scarico, circa 30 milioni di euro dopo che ne sono stati spesi 60. O forse mancava, dato che la ministra ai Lavori Pubblici Paola De Micheli ha annunciato di ritenere l'opera urgente «perché ha a vedere con la sicurezza» e che stanzierà la somma «in uno degli strumenti di programmazione finanziaria tra fine anno e inizio 2021 e completeremo le procedure amministrative». Solo un annuncio, per ora, ma di quelli impegnativi.
A sostenere le ragioni dell'opera in Parlamento è stato il parlamentare locale Mauro Del Barba, di Italia Viva, che ha depositato due emendamenti alla Legge di Bilancio e ha coinvolto Raffaella Paita, presidente della Commissione Lavori Pubblici, che a sua volta ha convinto il ministro.
Del Barba è riuscito a cogliere anche un secondo risultato perfino superiore: i 100 milioni stanziati, qui già in maniera ufficiale, dal governo per un'altra frana, quella del Ruinon, 32 milioni di metri cubi che quando si muovono, e lo fanno spesso, isolano Valfurva, località il cui turismo ha così iniziato ad andare a rotoli già prima della pandemia. Qui ci si dovrebbe muovere con la nomina di un commissario e procedure accelerate, stile ponte di Genova.