Infrastrutture

Settore idrico, Marattin: "Tante le problematiche, necessario agire sulla regolamentazione pubblica"

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L'intervento pubblicato dal "Corriere della Sera", 30 novembre 2020.

Sul Corriere della Sera del 24 novembre Dacia Maraini si domanda quando il Parlamento dimostrerà un interesse reale nelle problematiche del settore idrico, attuando quel referendum di dieci anni fa in cui «gli italiani votarono per nazionalizzare l'acqua».

Mi chiedo di quale referendum si stia parlando. Dieci anni fa gli italiani votarono due quesiti: uno per abolire l'obbligo di gara per l'affidamento dei servizi pubblici locali e l'altro per abolire la remunerazione forfettaria del 7% degli investimenti effettuati dal concessionario (pubblico o privato) del servizio idrico. Entrambi i quesiti sono stati pienamente rispettati.

Oggi un Comune è libero di scegliere se fare la gara o affidare ad aziende in-house (o anche di diritto pubblico), e la remunerazione del 7% è stata sostituita dal calcolo puntuale degli oneri finanziari in capo al gestore. Probabilmente la Maraini si riferisce a un terzo referendum, che avrebbe obbligato ad affidare il servizio solo ad aziende di diritto pubblico. Referendum che però non fu mai svolto, perché bocciato preventivamente dalla Corte Costituzionale. Le problematiche del settore idrico sono tante, e hanno quasi tutte a che fare con l'inefficacia della regolamentazione pubblica, vero settore dove agire. Il Parlamento è sempre pronto a parlarne. Meglio farlo però sulla base di informazioni reali, e non di slogan ideologici.