La lettera di Ivan Scalfarotto al direttore de "Il Foglio", del 24 ottobre 2020
Difficile dire cosa accadrà. Più facile dire cosa sperare. E se nelle prossime settimane dovessero rendersi necessarie misure più forti rispetto a quelle attuali sogno un paese che scelga di considerare le scuole come servizi essenziali. "Stiamo per chiudere tutto tranne le scuole e i servizi essenziali", ha detto pochi giorni fa a questo giornale Cliff Taylor, capo della redazione Economia dell`Irish Times, "Lo faremo perché le scuole aperte ci danno speranza. In questi mesi si è capito che sono luoghi fondamentali per il benessere psicologico dei più piccoli e che sono fondamentali anche per i genitori che lavorano. (...)
Al direttore - Ho letto con attenzione l`articolo di Giuliano Ferrara sulle parole di Papa Francesco in tema di unioni gay e famiglia, e mi ha molto intrigato la sua riflessione sul tema della libertà. Dice sostanzialmente Ferrara: "Il pensiero gay è un pensiero di libertà: se consideri l`essere gay non una scelta ma un dato immutabile - una parte del creato da Dio che come tale va necessariamente accettato neghi alla radice quel dato di ribellione all`ordine costituito che la `cultura gay` necessariamente rappresenta". Secondo me Ferrara intercetta un punto centrale della questione, ma manca in qualche modo l`obiettivo. Sarebbe bastato che facesse un colpo di telefono a uno dei suoi tanti amici gay ("Ho tanti amici gay" è l`incipit preferito di chi in questo dibattito si schiera sulle posizioni di Ferrara) per sapere che l`omosessualità non è una preferenza, né una scelta, né - tanto meno - uno "stile di vita"; che non esiste nessun esercizio di libertà nell`essere gay. Io non ho scelto il mio orientamento sessuale (questa è l`espressione giusta, perché non si tratta di una preferenza: non si "preferiscono" gli uomini o le donne come le vacanze al mare o in montagna, o la pizza margherita invece della napoletana) così come non ho scelto il colore dei miei occhi.
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