“E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso” (don Milani, Lettera ai giudici)
“Meritare l’Italia” nasce così, dalla scelta educativa di un servizio politico, dalla consapevolezza che la politica deve tornare a farsi esperienza pedagogica nel Paese. Non ha voluto essere una semplice scuola di politica o di tecnica. E non lo è stata: 250 giovani si sono messi in gioco insieme per imparare, conoscere e discernere le complessità di oggi e iniziare a codificare gli orizzonti di futuro che si possono generare, attivando quei processi di curiosità, di osservazione, di rielaborazione critica che sono alla base di ogni agire politico buono.
La politica incarnata nelle giornate del Ciocco è stata però la cifra di un'umanità ampia, un'esperienza famigliare di cittadinanza.
Matteo Renzi ha condiviso, insieme agli ospiti presenti, ai parlamentari e a tutto lo staff, le intere giornate con i ragazzi, costruendo relazioni di prossimità e incontro, attraverso le quali sono veicolate le idee e le passioni che animano anche l’azione politica. Si è giocato alla pari, dandosi del tu, costruendo insieme la narrazione delle 4 giornate nell'evolversi delle stesse, attraverso le sessioni di studio, le chiacchierate, le corse mattutine o la partita di calcetto.
Non ci sono state lezioni frontali, ma discussioni animate da interventi di relatori di altissimo livello e vivificate dalle stesse domande e considerazioni dei ragazzi. Un dialogo costante e ininterrotto in cui le voci e i punti di vista si sono mischiati costruendo man mano un metodo di conoscenza ed elaborazione del pensiero.
Al Ciocco non hanno partecipato le menti migliori di una generazione, ma ragazze e ragazzi di differenti età, esperienze di vita, territori, che hanno mostrato che c'è una generazione disposta a rendere migliore questo mondo. Non è stata una scuola a priori meritata, ma un’opportunità per mettersi in gioco e meritare la fiducia che il nostro Paese pone nei confronti di questa generazione, che è una risorsa di energia ancora inespressa che abbiamo.
Matteo Renzi ha svolto anche il ruolo di educatore, capace di lasciare spazio ai ragazzi perché potessero dare forma ai proprio dubbi e ai sogni, disposto a spiegare, raccontarsi, provocare, ascoltare e incoraggiare. Ritmi sostenuti, sessioni di lavoro terminate a tarda sera, ma anche tanti sorrisi e voglia di assaporare ogni istante.
Questo approccio esperienziale e educativo hanno reso “Meritare l’Italia” un’occasione di “youth empowerment”: si è voluto offrire ai giovani partecipanti gli strumenti e le competenze per comprendere l'oggi, intuire il domani e essere pronti a raccogliere il testimone che nella staffetta della storia spetta loro, anche nell'impegno politico.
Le tematiche che abbiamo trattato si sono vicendevolmente contaminate, spaziando in campi dell’umano apparentemente distanti: Isabella Conti ci ha parlato di come si progetta la bellezza nei territori, Marco Fortis e Ernesto Maria Ruffini dell’economia e della finanza che servono al nostro Paese, Gianluca Briguglia della figura del Machiavelli oggi, don Andrea Bonsignori delle fragilità e della necessità di farci grembo capace di accogliere l’umanità tutta. E ancora Milena Bertolini e Gabriele Gravina dello sport e di quello straordinario processo culturale che ha rappresentato la recente esperienza dei mondiali femminili di calcio. Padre Francesco Occhetta di come possiamo ricostruire la politica e orientarci in questo tempo di populismi, Roberto Cingolani dell’intelligenza artificiale e di cosa significa prevenire grazie alla scienza nella complessità del nostro tempo. Infine di nuovo due sindaci, Tommaso Pellegrino e Stefano Mazzetti, hanno raccontato la loro esperienza territoriale di concrete politiche ambientali. Ha concluso Alessandro Rosina, dando una visione nuova della crisi demografica dell’Italia: un paese che non sembra essere per i giovani e che invece deve chiedere ai giovani di farsi carico con coraggio e generosità del tempo che ci attende e che va costruito.
Come tutte le esperienze intense conosceremo pian piano i frutti di queste giornate, quegli orizzonti che oggi abbiamo visto solo confusi negli occhi dei ragazzi alla scuola. Certamente la ricchezza che abbiamo condiviso ci impone di non tacerla, ma ancora più di continuare in questa azione formativa e di coinvolgimento giovanile.
Proveremo a farlo con lo stesso stile del Ciocco: mettendoci in cammino gli uni di fianco agli altri, trovando occasioni per studiare, incontrarci, sognare insieme. Per poi metterci con passione a dare forma a questi sogni.
Articolo di Elena Bonetti