Scuola meritare

"Meritare l'Italia" raccontata da chi l'ha vissuta

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"Non è una semplice scuola di politica, ma un’occasione inedita di formazione, incontro, discussione".

Questa è una delle frasi di presentazione della scuola e mai frase fu più azzeccata.

Mi sono ritrovata con 249 ragazzi da conoscere, la maggior parte erano per me degli sconosciuti, qualcun altro aveva già intrecciato il mio cammino, avevamo età diverse e percorsi formativi opposti ma un obiettivo comune: studiare, imparare, discutere e crescere. E questa volta qualcuno, Matteo Renzi, ci ha dato la possibilità. È cosa rara all'interno dello scenario politico. Lo vivo tutti i giorni sulla mia pelle. Faccio politica da qualche anno e sento ogni "treperdue" persone del mio partito riempirsi la bocca con le parole: dare spazio alle nuove generazioni e competenza.

Fa più figo che altro dire nuove generazioni, perché nessuno o in pochissimi lasciano spazio agli altri, nessuno ci passa mai il testimone della staffetta e così siamo sempre costretti ad andarlo a prendere di nostra iniziativa.

Non perché vogliamo le poltrone, siamo una generazione che ha sempre fatto politica come atto di volontariato e ha bene a mente che il potere è un verbo e non un sostantivo.

Per non parlare della competenza, che si ottiene solo tramite occasioni di studio, di confronto e raramente vengono costruiti questi momenti. Così uno si domanda perché continuare a non mettere in pratica almeno quest'ultimo tema? È semplice e si ricollega al primo, perché è più semplice avere dei follower da controllare e indirizzare piuttosto che dei nuovi leader da seguire che possono togliere la scena.

Finalmente qualcuno inizia ad invertire questo modus operandi, e decide di investire soldi e tempo sulle nuove generazioni perché il nostro paese merita una classe dirigente nuova e competente.

Così immagino siano nati i quattro giorni di formazione, i temi affrontati sono quelli di attualità che ti spiegano l'oggi e il domani, perché bisogna avere una visione e costruire cose belle con passione.

Una passione che si respirava nell'aria, che mi ha emozionato e mi ha fatto scendere una lacrima quando a chiusura dell'esperienza ci vengono lasciati gli insegnamenti da portare con noi: puntare al meglio, avere curiosità provando a sperimentare e rischiare senza avere paura di sbagliare.

Finché mi emozionerò a fare quello che faccio, a dedicare il mio tempo al bene comune vedrò ripagati tutti i sacrifici, le ore di sonno perse, il poco tempo dedicato ad amici e famigliari e ne sarà valsa la pena.

Ragazze e ragazzi emozioniamoci, mettiamo passione in quello che facciamo, il paese ha bisogno di noi!!!

di Giorgia Bellucci