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Scoma: “Propongo un patto per Palermo”

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Intervista di Claudio Reale, la Repubblica, 12 giugno 2021.

Adesso Francesco Scoma parla apertamente da candidato sindaco per Palermo. Lanciando la traccia del suo programma e segnando il percorso per la costruzione di una coalizione, ma soprattutto indicando come priorità un tema che lo allontana irrevocabilmente dal solco orlandiano, il termovalorizzatore a Bellolampo. A quattro anni esatti dalla rielezione di Leoluca Orlando a sindaco, e a 12 mesi dalle elezioni amministrative, il deputato renziano (ed ex vicesindaco del forzista Diego Cammarata) sceglie l’iniziativa con il capogruppo al Senato Davide Faraone nel centro della sua città per scoprire le carte dopo settimane in cui si è mosso per organizzare le liste e fare incontri nelle circoscrizioni. Appunto, da aspirante sindaco, pur senza pronunciare mai le parole «sono candidato»: «Quello che propongo — dice l’esponente di Italia viva — è un patto per la città».

Con quali priorità?
«Questa città adesso deve costruire la sua ripartenza dopo un periodo di grande sofferenza».

Troppo facile cavarsela così. Come si riparte?
«Non c’è bisogno di un programma di 400 pagine. Sono sufficienti piccole cose realizzabili in poco tempo».

Provi a elencarne qualcuna.
«La priorità numero uno è l’immondizia. Bisogna costruire un termovalorizzatore».

Non è una cosa così piccola. Il primo problema è dove costruire un impianto del genere: a Palermo?«Serve una bonifica di Bellolampo».

Per costruirlo lì?
«Sì. Tanto più che un termovalorizzatore produce anche energia per la città e consente ai comuni vicini di scaricare l’immondizia».

Seconda priorità?
«La riorganizzazione amministrativa degli uffici. Senza quella non si va da nessuna parte».

Qual è la terza priorità?
«Il traffico».

Un grande classico, ma anche un tema che proprio adesso divide il Consiglio comunale, con la sfiducia a Giusto Catania. Quali proposte? Niente isole pedonali né zona a traffico limitato?«Io sono per le isole pedonali e per la riduzione dell’inquinamento con la Ztl. Ma le restrizioni al traffico vanno armonizzate con la possibilità di lasciare le auto da qualche parte. Fare funzionare i parcheggi e dotarli di navette. Poi, sul tram, si aprirà una nuova idea, che non può certamente essere quella di questa amministrazione».

Quale dovrebbe essere la nuova idea?
«Se il tram chiude troppo la possibilità di circolare, non va bene. Ed è chiaro che col tram bisognerebbe rinunciare alla metropolitana sotterranea. Bisognerà puntare sul passante ferroviario. E poi la città ha bisogno di una sua arteria nuova che vada da Villabate all’aeroporto, al posto di via Ugo La Malfa che è una strada urbana solo sulla carta. Si era riflettuto in passato sulla pedemontana, ma il ragionamento è complesso».

Questa è la traccia del programma. Avete anche la traccia di una coalizione?
«Penso a una coalizione aperta a chi ci vuole stare, ma vale anche per il programma. È un progetto aperto alla città: ci aspettiamo che gli altri indichino le priorità».

Ancora una volta: troppo facile cavarsela così. A occhio e croce, in questo schema non c’è una porta aperta per Giusto Catania. Per Orlando e i suoi eredi, però, ci sarebbe spazio?
«Più si è in questi progetti, più c’è la possibilità di fare rinascere una città come Palermo. È chiaro che la prossima amministrazione dovrà avere un rapporto importante con il Consiglio comunale».

Proprio l’elemento su cui Orlando è in difficoltà.
«Appunto».