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Scaramelli: "Troppe guerre nel Pd"

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intervista di Alessandro Lorenzini, Corriere di Siena, 3 novembre 2019

Stefano Scaramelli lascia il Pd e approda a Italia Viva.

È stata una scelta fatta con una certa sofferenza, vista la sua militanza?
"Dico la verità, ha scelto il cuore rispetto alla mente e al cervello. Ho mantenuto la coerenza di uomo di sinistra. Il Pd da solo non vincerà mai le prossime elezioni regionali, quindi serviva qualcuno che in Toscana avesse coraggio, di rischiare e aiutare il Pd. Italia Viva sarà un essere autonomo, innovativo, libero, giovane, ma con grandi fondamenti progressisti e riformisti. E sarà un alleato del Pd. Se vogliamo sconfiggere la destra sovranista e fascista, serviva un gesto di coraggio per aiutare il centrosinistra a vincere. Ci arriveremo governando insieme nei prossimi sette mesi. Improvvisare alleanze non si può, bisogna governare insieme e ripresentare una coalizione di governo compatta".

Nessuna fusione a freddo dunque come quella con il Cinque Stelle al governo o per le elezioni umbre?
"Non si può improvvisare da un giorno all'altro. Zingaretti ha fatto sbandare il Pd. Ci vogliono responsabilità coraggio e visione, io credo che l'alleanza tra Pd e Italia Viva potrà essere un'alleanza strutturale nel medio periodo. Intanto strutturiamo la coalizione in consiglio regionale fra Leu, Pd e Italia Viva. In regione i dati e i sondaggi ci consegnano un consenso alto a Italia Viva, intorno al 15 per cento e sono numeri destinati a crescere".

C'è chi dice che la scelta di Scaramelli sia legata a opportunità personali...
"La mia era una situazione perfetta: sarei stato ricandidato, sarei stato eletto di nuovo in consiglio regionale, poltrona pronta e remunerazione molto buona. Non avrei avuto problemi a ricandidarmi e essere riletto, grazie anche al consenso per il lavoro concreto portato avanti in questi anni. Ho fatto un gesto d'amore e di coerenza politica, con me stesso. Capisco che sia una cosa rivoluzionaria lasciare una poltrona sicura, lascio una certezza per una cosa incerta. Coraggio e un po' di follia, ma in realtà faccio tutto questo per far vincere il centrosinistra in Toscana, metto a rischio le mie sicurezze per il bene della comunità".

Scaramelli a disposizione dunque del centrosinistra?
"Anche di quelli che per tanti anni mi hanno fatto la guerra all'interno del Pd, non riconoscendo mai il grande valore e il grande consenso avuti. Ho contribuito a costruire una classe dirigente nuova, dieci, quindici sindaci che adesso fanno quel mestiere mai avrebbero avuto l'occasione di fare il primo cittadino. Il mio gesto vale anche per quelli che mi hanno contrastato, magari adesso qualcuno brinda perché me ne vado, ma io allargo il campo del centrosinistra, quando questo vincerà in regione magari mi ringrazieranno. Io allargo la casa del centrosinistra, qualcuno continua a chiudersi nelle stanze vuote".

Cosa è il Pd adesso, anche a Siena?
"Ci si conta soltanto per correnti, è una guerriglia per banda quotidiana, si delegittima chi esprime talento o merito. Ogni volta che emerge qualcuno, si demonizza sempre, io ho vissuto quello che ha vissuto Renzi. Ogni volta c'è stata l'occasione per non invitare Scaramelli, per non farlo esprimere o per costruire ostacoli. In quattro anni e mezzo ho portato il massimo di risorse per Siena. Basta pensare ai 290 milioni di euro per le Scotte, finanziamento mai avuto, poi tutte le leggi costruite, sul sistema sanitario e sociale, i finanziamenti per i comuni, per lo sviluppo dell'agricoltura e dell'economica, tanto per fare alcuni esempi".

Italia Viva in cosa si differenzia dal Pd allora?
"Il problema è consentire di poter emerge e esprimere. Italia Viva aiuterà tanti giovani a emergere. Al passato dico grazie, ma c'è bisogno di un futuro che rigeneri questa energia. Io ho iniziato la politica nella Sinistra Giovanile e nel Pds, ho avuto esperienza nei Cristiano Sociali e nei Ds, ho fondato il Pd, credo in una sinistra che si evolve. Credo che sia un processo che diventa fisiologico, il Pd ha stanze rassicuranti ma sono stanze vuote".

La sua decisione è maturata anche dopo la sconfitta del 2018 a Siena?
"Avevo provato ad allargare le stanze, coinvolgendo il civismo per esempio. Se mi avessero dato retta Siena sarebbe ancora in mano al centrosinistra. Non è un caso che i sindaci che hanno vinto in provincia alle ultime elezioni abbiano tutti allargato al civismo. La mia valutazione però nasce oggi, dopo i risultati dell'Umbria e le difficoltà del Pd. Certo su Siena un anno fa ci fu un segnale di chiusura da parte del gruppo dirigente: il Pd si rinchiuse su se stesso e poi improvvisò apparentamenti improbabili (riferimento a Piccini, ndr). Siena farà i conti con Italia Viva, magari da alleati ci rispetteremo di più".

Torniamo alle regionali: niente alleanza con i Cinquestelle, dunque?
"Bisogna chiederlo a loro. In questo momento credo che la formazione di una coalizione con Pd, Italia Viva e Leu possa guardare magari a soggetti come la sinistra di Fattori in consiglio regionale. Italia Viva gioca in attacco. Non ci saranno capi, solo coordinamenti provinciali e regionali (saranno decisi il 15 novembre, ndr), ogni iniziativa sarà popolare. Per la politica è un processo collettivo con un leader che porta avanti le istanze".

Scaramelli sarà leader di Italia Viva in regione e magari candidato presidente?
"È tutto prematuro. Il mio impegno è in consiglio regionale, ci sono tanti impegni da affrontare anche in commissione sanità, dobbiamo chiudere leggi importanti su cyberbullismo, autismo, poi le questioni su Asl emergenza urgenza, terzo settore, la proposta di legge sulle droghe e discoteca".

Ha parlato con Renzi?
"Ci sentiamo quotidianamente e condividiamo tutto. C'è grande stima, fiducia e amicizia. Lo riconosco come unico grande leader del centrosinistra, politico sopraffino".

Un messaggio al Pd?
"Decine di messaggi in queste ore di chi, anche amministratori, condivide questa scelta. A chi rimarrà nel Pd tendo la mano: lavoriamo insieme nel rispetto reciproco".