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Scalfarotto: "Ora squadra e programma seri"

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Intervista di Brunella Bolloli, "Libero", 27 gennaio 2021.  

Ivan Scalfarotto, ex sottosegretario agli Esteri, big di Italia Viva, andiamo subito al punto: che nome farete al Capo dello Stato per il dopo Conte?
«Gli antichi dicevano che "i nomi sono la conseguenza delle cose". Si parlerà di nomi quando si capirà qual è la maggioranza che si profila e il programma che la nuova maggioranza vorrà portare avanti».

Qualcuno ha detto che il vostro leader, Matteo Renzi, potrebbe essere disponibile a Luigi Di Maio premier. Come dire: tutti, tranne Conte. È così?
«Non abbiamo mai espresso un veto sulla persona di Conte e mai fatto una questione di nomi: il problema è sempre stato la qualità dell'azione di governo. Il governo uscente non è stato secondo noi all'altezza della sfida epocale che stiamo affrontando, e mi pare che anche il Pd avesse a più riprese invocato un cambio di passo, un'accelerazione. Del resto, basta chiedere cosa ne pensino gli studenti, le imprese del turismo, i teatri, o i lavoratori in attesa della Cassa Integrazione».

Gli scenari sono aperti: Italia Viva potrebbe tornare in gioco con ministeri di peso (almeno 3) o, al contrario, rimanere fuori dai giochi. Quali sono le vostre condizioni per rientrare nella maggioranza nell'ipotesi di un Conte ter?
«L'unica condizione che poniamo è di vedere un governo con una strategia e l'autorevolezza necessarie a ridisegnare il profilo dell'Italia per i prossimi decenni. Bisognerà creare un Recovery Plan ambizioso e in grado di superare il vaglio severo delle istituzioni europee. L'opportunità di riformare il Paese e risolvere i suoi problemi strutturali non ci si ripresenterà per anni: dobbiamo coglierla adesso e per questo ci vogliono una squadra e un programma in grado di farlo».

Le vostre dichiarazioni ufficiali mostrano compattezza dentro Iv, in realtà più d'uno, tra voi, si è chiesto il perché di questa crisi, in mezzo a una pandemia. Che risposta vi siete dati?
«Siamo stati assolutamente compatti e prova ne è il fatto che, nonostante le enormi pressioni, siamo ancora tutti insieme. Nessuno si è chiesto quali fossero le ragioni della crisi perché è stato evidente a tutti noi che è proprio nei momenti difficili che ci si deve chiedere se si è attrezzati per affrontarli. Avremmo potuto scegliere il quieto vivere e tirare avanti, governando alla giornata. Abbiamo invece preso la non frequente decisione di rimettere i nostri incarichi per garantire al Paese un governo all'altezza di una situazione drammatica».

Renzi ha appena detto: «Ora governo serio. Chiediamo un cambio di passo». Ma non era lui che aveva voluto questo esecutivo?
«Certo. Il problema è che aver agevolato la nascita di un governo non garantisce la qualità dell'azione futura di quel governo».

Si stanno formando i "responsabili" al Senato. Basteranno?
«Aritmeticamente ne dubito, politicamente mi sento di escluderlo».

Lei si è dimesso, insieme a Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Ha rimpianti?
«Non ho rimpianti: preferisco rinunciare a un incarico e tenere le mie idee, invece che rinunciare alle mie idee per mantenere un incarico».

Ci sarà in un ipotetico Conte ter?
«Questo lo stabilirà il presidente Mattarella».