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Scalfarotto: "Ok ai dazi Ue per negoziare con gli Usa in condizioni di parità"

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Intervista di Gerardo Pelosi, "il Sole 24 Ore", 13 novembre 2020.  

Non sarà certo una retromarcia improvvisa quella che la nuova amministrazione americana potrà decidere a partire da gennaio 2021 alle politiche commerciali aggressive volute da Donald Trump nei confronti dell'Europa. Aumenta tuttavia la speranza anche in Italia che le cose cambieranno, con un sicuro reciproco vantaggio economico sulle due sponde dell'Atlantico e, per quanto riguarda l'Italia, con un bel respiro di sollievo peri produttori di acciaio e alluminio così come per le filiere agroalimentari dei formaggi e dei superalcolici sui quali grava dal 2019 un pesante dazio del 25% per la sentenza Wto su Airbus.

«Le elezioni americane con la vittoria di Biden stanno aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche - spiega al Sole24Ore il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto - nel Consiglio Affari Esteri e Commercio di lunedì scorso al quale ho partecipato l'Unione europea non poteva fare nient'altro che impone i dazi sui prodotti americani importati in Europa per un valore di 4 miliardi di euro seguendo la sentenza del Wto contro Boeing per sussidi di Stato; certo, se gli americani avessero rimosso iloro dazi dopo la sentenza Airbus anche noi avremmo evitato di imporli. E soprattutto la misura europea è necessaria per negoziare in futuro con gli Stati Uniti in condizioni di parità».

É all'ottobre 2019, ricorda sempre Scalfarotto, che l'Europa insiste con Washington per aprire un tavolo negoziale sugli aiuti di Stato al settore aerospaziale americano ed europeo congelando le decisioni dell'Organizzazione mondiale del commercio di Ginevra. Mala decisione dell'amministrazione Trump è stata quella di applicare subito aumenti di dazi per un valore di 4miliardi di dollari dei 7,5 miliardi previsti. Gli aerei commerciali provenienti da Francia, Germania, Spagna e Inghilterra hanno subito così un dazio ad valorem dello%, mentre la maggior parte degli altri beni, che nulla hanno a che vedere con il settore aeronautico, hanno subito un dazio del 25%.

La Germania ha subito dazi su apparecchiature meccaniche e utensili industriali, mentre per gli altri Paesi Ue, tra cui l'Italia, a essere colpiti sono stati i prodotti agroalimentari. L'Italia, pur non partecipando al consorzio Airbus ha subito nella prima lista di aumenti tariffari dazi del 25% su molti formaggi (parmigiano, grana padano, provolone, gorgonzola e tanti altri) e superalcolici come limoncello. Il danno valutabile ad oggi alla filiera agroalimentare italiana è di circa mezzo miliardo di euro.

«Solo un'intensa attività politica e diplomatica - sottolinea Scalfarotto - è riuscita a togliere dalla lista il vino e l'olio italiano a differenza di quanto accaduto per Spagna e Francia e a non subire altri aumenti di dazi nel febbraio e nell'agosto di quest'anno; nei miei contatti con le autorità americane - aggiunge il sottosegretario - ho tenuto a ricordare che l'Italia non siede nel cda di Airbus e quindi non può incidere in alcun modo nelle politiche industriali di quella società, ma gli Stati Uniti ci rimproverano di non avere svolto un'azione politica contro gli aiuti di Stato ad Airbus».

La prossima revisione della lista di dazi è prevista per il febbraio del 2021 ma non si esclude che l'amministrazione Trump entro il 20 gennaio possa prendere delle decisioni di contr-oritorsioni alla Ue applicando i restanti 3,5 miliardi di dazi. Ma a preoccupare l'industria europea sono anche i dazi Usa su alluminio ed acciaio (l'Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania).

«Gli Stati Uniti - aggiunge Scalfarotto - hanno invocato la clausola della sicurezza nazionale per acciaio e alluminio che secondo la Commissione Ue sono contrari alle regole Wto». Capitolo a parte, infine, riguarda poi la cosiddetta "web tax" Ue sui giganti digitali come Facebook e Google.

«In questo caso - osserva Scalfarotto - ci attendiamo una elaborazione in seno all'Ocse che l'amministrazione Trump non voleva riconoscere come foro di dialogo; l'auspicio è che ora la nuova presidenza Biden possa tradursi in un atteggiamento più collaborativo e costruttivo sia nel Wto che nell'Ocse».