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Sbrollini vaccina suo figlio. L'appello: "È un atto d'amore"

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La notizia pubblicata da "il Giornale di Vicenza", 18 dicembre 2021.

La campagna di vaccinazione dei più piccoli si è messa in moto, con un progressivo aumento di giovani cittadini di età compresa tra i 5 e gli undici anni chiamati a proteggersi dal Covid. Tra i genitori che si sono presentati all'hub vaccinale, anche Daniela Sbrollini, senatrice vicentina di Italia Viva. «Giovedì ho fatto vaccinare mio figlio di undici anni», rende noto.

«Per lui e per noi genitori un momento particolare. Per mio figlio una sorta di ingresso nella società dei grandi. O meglio, una presa di coscienza e di responsabilità civile. Vaccinarsi è un diritto che lo Stato ci garantisce. Ma è anche un dovere verso la comunità. Miliardi di vaccinazioni, fatte nel mondo in questo anno, dimostrano che i pericoli dei vaccini per la salute del singolo sono infinitamente minori dei rischi portati dalla malattia».

«Devo sottolineare l'organizzazione perfetta nell'hub di Torri di Quartesolo - aggiunge - un ringraziamento infinito ai pediatri, agli infermieri, ai volontari».

La scelta di rendere nota la decisione di vaccinare il figlio, come del resto già fatto anche da altri esponenti del mondo politico, tra cui il ministro della salute Roberto Speranza, si lega alla volontà di lanciare «un appello ai genitori: vaccinate i vostri figli. È un atto d'amore. Usciremo da questo incubo se saremo tutti vaccinati».

«Non c'è altra strada del resto - continua Sbrollini - vaccino, norme elementari di igiene e mascherine. Il ritorno alla normalità passa solo e necessariamente da qui. Tutti dobbiamo agire per difendere la salute propria e il bene della comunità».

Il ritorno alla normalità «con la ripresa economica, la difesa dei posti di lavoro, il recupero della vita di relazioni va difeso con i denti e con le unghie come ha ben detto anche Draghi». Un passaggio anche sulla scuola dove «il rischio di ritorno alla Dad va scongiurato. I ragazzi hanno sofferto l'isolamento in casa tantissimo dal punto di vista emotivo oltre che contenutistico. Non possiamo rischiare un'intera generazione solo perché una minoranza di no-vax intende imporre alla maggioranza una narrazione surreale», conclude Sbrollini.