L'intervista pubblicata da "il Giornale di Vicenza", 1 aprile 2022.
Senatrice Daniela Sbrollini, Conte ha minacciato la crisi di governo sull'aumento delle spese per la difesa. Qual è la sua posizione?
Sono favorevole perché significa investire nella sicurezza del nostro Paese. È surreale che l'attacco provenga da un personaggio che da premier ha aumentato più di tutti gli altri le spese militari. Il che ci fa capire, una volta in più, di fronte a chi siamo.
Di fronte a chi siamo per lei?
A un demagogo che è una contraddizione vivente, fa e dice tutto e il suo contrario. Con l'aiuto del fido Marco Travaglio è bravissimo a fare propaganda.
Ma i sondaggi sull'invio di armi e sull'aumento delle spese militari vanno in questa direzione.
Sì, solo che la politica non si fa con i sondaggi, la politica si fa assumendosi la responsabilità di fare delle scelte, anche impopolari, se serve. In questo caso tutti gli ultimi governi, compresi i due di Conte, hanno preso un impegno insieme agli altri partner della Nato che va rispettato. A maggior ragione ora che abbiamo una guerra a due ore di volo da Milano davanti alla quale non possiamo semplicemente girarci dall'altra parte. Semmai il tema è come, anche con il contributo dell'Italia, possiamo costruire una Nato più forte e un sistema di difesa europeo.
Conte, in buona sostanza, dice che in questo momento di difficoltà i soldi vanno spesi altrove.
Detto da una persona che ha speso miliardi in misure più che discutibili, lascia un po' il tempo che trova. In ogni caso, veniamo al merito: tutti i provvedimenti che il governo sta portando avanti vanno nella direzione di aiutare la ripresa economica. Il governo risponde con i fatti. Una delle misure del decreto-Ucraina che abbiamo appena approvato, ad esempio, contiene misure a fondo perduto a sostegno delle nostre imprese che esportano o hanno filiali in Bielorussia, Russia e Ucraina. Ma quando una persona non ha argomenti come Conte si utilizzano sempre queste frasi a effetto per mettere in contrapposizione un capitolo di spesa rispetto agli altri. Tra l'altro la cosa assurda è che questa polemica nasce sul decreto Ucraina, ma nel decreto la parte sul 2 per cento per le spese militari non c`è.
C'era però in un emendamento di Fdl che ribadiva l'impegno.
Sì e l'impegno rimane. Hanno fatto il gioco delle tre carte: hanno fatto fuoco e fiamme, Draghi ha tirato dritto e a quel punto hanno fatto passare come una loro vittoria il fatto che quel 2 per cento si possa raggiungere entro il 2028, quando era già stato deciso in precedenza dal ministro Guerini. Hanno voluto far passare tutti noi come guerrafondai, solo per un bieco calcolo elettorale.
Un'ultima domanda: sì o no al ritorno della leva obbligatoria?
È giusto puntare su un esercito di professionisti, ma qualche mese a servizio del Paese e della comunità, con una formula ripensata rispetto al vecchio militare, potrebbe essere positivo.