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Sbrollini: "È una priorità la difesa dei diritti rimasti in ombra"

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L'intervista pubblicata da "il Giornale di Vicenza", 4 maggio 2021.

Il disegno di legge contro l'omotransfobia è vicino all'approdo a palazzo Madama, dove siede anche la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, che difende il provvedimento.

Senatrice, perché è importante?
Il ddl Zan finalmente dà all'Italia una legge su un tema delicato come l'omotransfobia. Sono troppi gli episodi di cronaca che ci fanno capire come sulla difesa dei diritti occorre tenere alta l'attenzione, considerarli delle priorità.

I detrattori sostengono che non vi siano lacune normative.
Il testo propone di estendere il reato di propaganda e istigazione a delinquere anche a motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere o sulla disabilità. Estende la fattispecie a temi rimasti un po' più nell'ombra dal punto di vista della giustizia.

Lo stesso deputato Zan ha spiegato che la legge serve a instillare un atteggiamento di prudenza. Sarebbe quindi utile solo dal punto di vista simbolico?
Non è solo una battaglia simbolica, ma è importante anche questo aspetto. Con la scusa che già la normativa prevede che certi reati siano puniti, non facciamo mai un passo in avanti, di solito questo tipo di argomentazione la usa chi non vuole riconoscere i diritti a tutto ciò che non rientra nella sfera della famiglia tradizionale.

C'è chi sostiene che limiti la libertà di espressione.
Valuterà la commissione Giustizia. A mio parere non è pericoloso. Quello che in realtà vedo in questo Paese è tanto odio, tanta difficoltà nell'accettare la diversità. A me preoccupa prima di tutto salvaguardare le persone come tali. Resta il fatto che possono essere apportati dei miglioramenti al testo.

A cosa si riferisce?
Sono arrivate diverse richieste sia dalle componenti cattoliche, sia dalla sinistra e da alcune femministe. Mi riferisco al tema dell'identità di genere. Come è stato spiegato da illustri protagoniste della battaglia in difesa delle donne, si parla di sdoganamento dell'identità di genere, scorporata dal sesso. Questo potrebbe dare al ruolo della donna una diminutio, mettendola quasi tra le minoranze. È un tema che va affrontato anche nei percorsi formativi ed educativi. Dobbiamo prevedere delle modifiche che tolgano il pretesto per attacchi ideologici.

Il disegno di legge è l'ultimo di vari tentativi, andati a vuoto, per arginare le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale. Perché tutti questi ritardi?
Perché finora ha prevalso un approccio troppo ideologico. È più facile dividersi che trovare un punto di convergenza. Il salto di qualità di questa classe dirigente è mettere da parte le divisioni politiche e cercare di scrivere un buon testo.