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Daniela Sbrollini: "Il Governo deve subito riaprire l'azienda-calcio"

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Intervista di Stefano Lanzo, "TuttoSport", 18 maggio 2020.

Senatrice Sbrollini, che ne pensa delle parole del premier Conte sul calcio?
lo ho sostenuto, come tutto il mio gruppo politico, che la ripartenza delPaese debba passare necessariamente per la riapertura di tutto quello che è produttività del Paese: lo Sport è la terza impresa industriale in Italia, muove occupazione, turismo, è un brand mondiale riconosciuto, ë un patrimonio del Paese e come tale lo considero fondamentale. La politica deve avere il coraggio di decidere e assumersi responsabilità. Il Comitato tecnico scientifico è il faro perla tutela della salute, ma poi è il Governo che decide: non vorrei che poi la paura prendesse il sopravvento, la paura fa male al Paese perché poi non lo fa crescere.

Ha visto in Germania, con la Bundesliga?
Esatto, ha aperto una strada, dimostrando che ci sono le condizioni. Un protocollo del presidente Gravina è un buon protocollo perché stilato da medici competenti, dobbiamo fidarci però non scaricare responsabilità su di loro. Se si dovesse trovare un caso positivo deve essere messo in isolamento un singolo giocatore, non tutta la squadra. Dal Ministro Spadafora c'è stata apertura, anche se le parole di Conte mi hanno un po' spaventata: mi aspettavo parlasse di un imminente incontro con Gravina, invece non c'è stata risposta. Ma non si può continuare a tergiversare.

Intanto da oggi l'Italia riparte.
Tuttavia ci sono ancora troppe incertezze per il mondo imprenditoriale e lo sport è uno di quelli: o si apre o non si riapre, non ci può essere ancora questo limbo. Una cosa che non bisogna fare è ripetere gli errori della politica: almeno lo sport teniamolo fuori dalle divisioni, dalle beghe, facciamo che sia davvero autonomo. lo credo nell'autonomia dello sport. Un Governo deve dare linee di indirizzo, ma poi c'è una libertà dello sport che deve essere tutelata sempre: io nutro grandissimo rispetto del Coni e avrei approfittato di questo momento per stilare una riforma proprio in un periodo di stallo. Era l'opportunità giusta per ascoltare le istanze dello sport e fare una riforma che abbia un canale unico e sburocratizzato, un sistema di semplificazione con una riforma organica solo per lo sport, non è possibile oggi trovarsi in una giungla con troppi vuoti legislativi. Sarebbe ora di compiere una rivoluzione culturale.

Partendo da quali principi?
Dalle pari opportunità: non più quote rosa ma la valorizzazione delle competenze maschili e femminili nelle federazioni, uno svecchiamento e un cambiamento. Poi da una distinzione netta tra il mondo del profit e quello del no profit: abbiamo bisogno di sapere che c'è una parte di sport manageriale e imprenditoriale del professionismo che è un'impresa e deve avere regole chiare, favorendo l'occupazione stabile. E dall'altra parte c'è il mondo del volontariato che deve essere sgravato da troppa burocrazia e troppe responsabilità.

Un esempio concreto?
Perché non prevedere che lo sport di base sia completamente gratuito fino a 10/12 anni pensando a detrazioni fiscali per le famiglie in modo tale che non debbano rinunciare allo sport per i propri bambini? C'è un mondo dove si potrebbero mettere regole chiare che non vadano a colpire troppo le famiglie e nemmeno le associazioni dilettantistiche. È una proposta, come la prescrizione medica dello sport come farmaco per evitare l'obesità e anche per la terza età per gli anziani, questo andrebbe ad aiutare anche il sistema di Welfare in un sistema sanitario di prevenzione in un circuito virtuoso. Sono capogruppo in commissione cultura al Senato e oltre allo sport abbiamo la scuola, a fine maggio, dopo il decreto scuola che andremo ad approvare, si discuterà una mia proposta di legge per l'obbligo dell`educazione motoria fin dalla primaria con laureati in scienze motorie. Serve un riconoscimento pieno della disciplina per favorire e "sportivizzare" un Paese che oggi conta 30 milioni di italiani che praticano sport.

Un altro tema a lei caro è quello dell'impiantistica.
Sì, il Credito sportivo con il presidente Abodi sta lavorando nella direzione giusta. Mi auguro, da relatrice della legge sulle Olimpiadi 2020 e sulle Atp Flnals di Torino, che il Movimento 5 Stelle prenda atto che i grandi eventi sono fondamentali anche dal punto di vista infrastrutturale. Se penso a quello che abbiamo perso con Roma...

Lei si batte per il professionismo nello sport femminile: a che punto siamo?
C'è stata una grandissima attenzione stilla Nazionale che d ha fatto rendere orgogliosi Queste atlete sono anche straordinarie testimoniai che possono aiutare la politica a diffondere un messaggio che possa portare al professionismo. La politica deve favorire questo percorso di crescita. Non voglio sembrare di parte perché sono juventina; ma il lavoro svolto dalla Juventus e gli investimenti anche sulla sezione femminile sono fondamentali. Servono comunicazione e leggi chiare, ma bisogna partire dal tema previdenziale, così come abbiamo fatto per la legge sulla maternità, dobbiamo mettere le atlete nelle condizioni di avere tutele. Guadagnano poco, sono lavoratrici e in certi casi mamme, dobbiamo aiutarle a scegliere quello come professione: non può essere un secondo lavoro se crediamo nel professionismo femminile. La proposta votata al Senato mercoledì scorso potrebbe aiutarci ad avvicinare le ragazze ai colleghi uomini. Fino all'ultimo giorno in cui sarò in Parlamento di lavorerà- Bisognerà ragionare con le federazioni, pera se la politica non si mette contro magari si riuscirà a prevedere un fondo, un sistema che possa aiutare le atlete ad andare avanti Nell'informativa con Spadafora della settimana scorsa ho rilanciato la bellissima proposta del presidente Ghirelli sul credito di imposta per gli imprenditori che vogliono continuare a sostenere le società sportive sul territorio. Perché non lo predisponiamo anche per le società sportive femminili? Inoltre dobbiamo far crescere grandi atlete che possano poi diventare anche manager dello sport. Penso a Sara Gama, che ho conosciuto a Milano al Gala del calcio: è una donna meravigliosa, una testimonial ideale, finito il lockdown, per portare avanti assieme questa battaglia. Pensiamo anche al lavoro che sta facendo la bravissima Cristiana Capotondi, la figura fondamentale di Milena Bertolini, una professionista che conosco e stimo come Katia Serra, abbiamo donne molto brave e potrei andare avanti nell'elenco. Se penso a sport che non siano calcio mi vengono in mente Federica Pellegrini e Flavia Permetta, ci sono tante donne che hanno una marcia in più. Un obiettivo è unire tutte le donne dei gruppi politici del Parlamento con le donne dello sport per svoltare insieme e costruire qualcosa di importante per il presente e il futuro.