territori

Savona, Barbara Pasquali: "Ripensare i servizi offerti dalla città"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

L'intervento della capogruppo di Italia Viva al Comune di Savona, pubblicato da "il Secolo XIX", 13 maggio 2020.

Vista la totale assenza, dal dibattito politico cittadino, del "come" ripartire, come pensare la cosiddetta fase due, mi è sorta l'urgenza di scriverne. Occorre avere uno sguardo nuovo. Abbandonare luoghi comuni, ampliare le zone pedonali, "aprire" le piazze cittadine alle attività commerciali; rivedere, in quest'ottica, il piano del traffico.

Dall'emergenza di questi giorni si trovi la forza del cambiamento, portando al centro della discussione la riapertura e le regole che la devono governare. Per farlo occorre, certamente, porre in essere azioni concrete a favore di chi lavora, delle categorie economiche e produttive, dei commercianti, degli esercenti dei bar e dei ristoranti. Lo si fa anche annullando temporaneamente i vincoli della Soprintendenza locale e nazionale; lo si fa velocizzando e semplificando gli iter per le autorizzazioni per le occupazioni di suolo pubblico; in materia di sicurezza vanno formulati protocolli chiari per le diverse categorie, che ora vivono nell'incertezza e nel dubbio. Ma serve, soprattutto, ripensare la nostra Città.

Ripensare la mobilità urbana ed il trasporto pubblico locale. Ripensare a nuove modalità di convivenza per tutti. Ristrutturare e ripensare ambienti ed edifici già esistenti, sia pubblici che privati, adottando una nuova visione che dovrà essere, non solo una modalità di vita più rispettosa delle esigenze e dei diritti delle persone, ma anche un volano economico per tutta la filiera edilizia, e non solo. Gli istituti tecnici di forma zione del territorio e l'Università possono svolgere un importante funzione propulsiva di tipo formativo e di sperimentazione, strutturando e progettando corsi di studio specifici, ma anche realizzando veri e propri progetti pilota. Si chiamino a raccolta gli architetti e i progettisti, coinvolgendone i relativi Ordini professionali, si mettano in sinergia tutte le risorse.

Gli spazi urbani devono essere in grado di dare risposte immediate a situazioni di crisi. Per ultimo, a fianco della infrastruttura fisica, vi è quella digitale. Il nostro Paese sconta un ritardo cronico nella diffusione della cultura e degli strumenti digitali. L'agenda digitale italiana è completamente superata dagli eventi. Anche in questo campo, dunque, l'emergenza sanitaria deve diventare un'opportunità, creare per davvero quella Savona smart city che è stata tanto decantata quanto incompiuta. Occorre costruire e progettare quell'ambiente in cui le nuove tecnologie delle reti e dei big-data permettono il controllo della gestione di tutti gli aspetti della vita dei cittadini nell'ottica di una migliore qualità della vita in termini di fruibilità dei servizi pubblici.

Abbiamo imparato che la Città è un soggetto collettivo ed è tale perché è capace di un pensiero e di un sentire comune. Non dimentichiamoci la grande lezione che la pandemia ci ha insegnato e realizziamo una Comunità e una Città accogliente, fatta di solidarietà, di legami virtuali e virtuosi, capace di ripensare e progettare il proprio Futuro.