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Sanità e PNRR, Parente: "Mettere in sicurezza il territorio"

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L'intervento pubblicato da "Avvenire", 17 marzo 2022.

Il problema è spenderli bene. E, ancor più, riuscire a spenderli. La doppia sfida dei fondi del Pnrr, che dovrebbero ridisegnare il Servizio sanitario nazionale post-pandemia. All'Italia dai capelli bianchi serve un sistema integrato di assistenza sanitaria e socioassistenziale, su due binari: servizi territoriali e domiciliaci, partenariato tra pubblico e privato non-profit.

L'indirizzo emerge dal dibattito su «La sanità di domani, tra interrogativi e certezze», organizzato da Confcooperative Sanità, che rappresenta 400 tra cooperative di medici, farmacisti e professionisti sociosanitari, per un fatturato di 10,5 miliardi, 140mila soci e 25mila occupati. Il confronto sul futuro del Ssn è ormai entrato nel vivo, con le linee progettuali del Pnrr e con la riforma dell'assistenza territoriale in via di approvazione. Ora il nodo è spendere le risorse e bene entro 2026, perché se a livello centrale e ministeriale la macchina è pronta, la sfida sarà nelle periferie e i Comuni andranno aiutati.

Di tutta evidenza, nota la senatrice di Iv Annamaria Parente, che «la medicina territoriale è la prima da sistemare. Non succeda più, come con la pandemia, che abbiamo trascurato i malati non Covid». E «le famiglie con soggetti fragili, da un giorno all'altro senza assistenza perché i centri diurni erano chiusi».

La parola d'ordine? «Mettere in sicurezza il territorio, superando la frammentazione regionale». Come? «Col partenariato pubblico-privato, partendo dall'esistente: le farmacie di servizi, cooperative di medici», spiega Parente.

Poi le risorse umane: «C'è una carenza di infermieri paurosa. Per far innamorare i giovani alla professione occorre ridarle dignità e giusto compenso», conclude Parente.