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Sandro Gozi: "Serve una lista unica Azione, Iv e +Europa. E dico sì all'Ursula bis"

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Intervista a Sandro Gozi per Il Dubbio, 15 settembre 2023

di Giacomo Puletti

«GLI ATTACCHI A GENTILONI SONO AUTOLESIONISTI PERCHÉ HANNO INDEBOLITO L'ITALIA E DIMOSTRATO UN NERVOSISMO A ROMA CHE CERTAMENTE NON AIUTA NEI NEGOZIATI: MI STUPISCO DI TAJANI...

Sandro Gozi, euro deputato eletto in Francia e segretario del Partito democratico europeo, spiega che se Azione, Iv e +Europa vanno divisi alle Europe «i rischi sono enormi e i guadagni minimi» mentre sul possibile cambio di maggioranza a Strasburgo è netto: «La famigerata maggioranza destra-estrema destra di cui si è straparlato in Italia e di cui si sono riempiti la bocca Meloni, Tajani e vari esponenti di Fdi - chiosa - è stato solo un sogno romano di mezza estate».

Eurodeputato Gozi, pensa che l'Ue dovrebbe fare di più sull'immigrazione?

Innanzitutto vorrei dire che le tragedie, perché di questo stiamo parlando, e le emergenze di questo genere sono una pessima notizia per tutti e non devono dare adito a polemiche tra le forze politiche perché parliamo di temi che superano le divisioni di partito. Ciò detto, Meloni è vittima delle sue contraddizioni, della sua propaganda. Aveva promesso il blocco navale e ora si trova a fare fronte a una situazione con arrivi raddoppiati da quando è al governo. La leader di Fdi è alleata di chi, come Orban, continua bloccare e opporsi a una soluzione di grande respiro che coinvolga l'intera Europa ma la soluzione può essere solo europea. Tuttavia oggi ciascuno continua a pensare perse: l'Italia non registra tutti i migranti che arrivano, perché la maggior parte vuole andare in Germania, ma dall'altra parte la Germania è andata molto lenta con le ricollocazioni e ora le ha fermate.

Come si può arrivare a una soluzione di ampio respiro?

L'unico modo per riprendere il controllo sull'immigrazione è attivare rapidamente il nuovo patto su asilo e immigrazione. Stiamo negoziando a livello europeo ma Meloni sa benissimo che la Commissione europea, il Parlamento e la maggioranza dei governi europei vogliono ciò che vogliono gli italiani, cioè controllo comune delle frontiere, cooperazione con gli stati d'origine per lottare contro il traffico di essere umani e solidarietà tra paesi europei nei casi di crisi acuta. Meloni sostiene questo piano a parole ma in Europa ci sono paesi, come Ungheria e Polonia, che continuano a bloccarlo. Invece di prendersela con l'Ue poteva provare a convincere Orban, visto che ieri era a Budapest.

Meloni ha l'obiettivo di entrare nel governo dell'Ue dopo le prossime Europee, per cambiare le politiche comunitarie, ad esempio proprio sull'immigrazione: pensa sia possibile un cambio di maggioranza a Strasburgo?

La famigerata maggioranza destra-estrema destra di cui si è straparlato in Italia e di cui si sono riempiti la bocca Meloni, Tajani e vari esponenti di Fdi è stato solo un sogno romano di mezza estate. Primo perché non ci saranno i numeri, secondo perché nessuno vuole fare un accordo che includa anche Le Pene e Afd, terzo perché prendendo atto della realtà anche Weber ha chiaramente detto che il Ppe vuole lavorare per costruire una nuova maggioranza europeista. Noi come Renew siamo impegnati a costruire maggioranza simile a quella che ci ha permesso di fare grandi passi avanti in questa legislatura.

Eppure su alcuni temi, come il Green deal, sia voi che il Ppe avete criticato la Commissione.

Certamente su alcuni temi serve maggior pragmatismo, ma lo stesso Weber ha ricordato che su 36 proposte di legge sul Green deal il Ppe ne ha votate 34, quindi non mi sembra che il Ppe abbia fatto muro. Credo tuttavia che la fase delle nuove regole sia terminata e occorre ora verificare l'attuazione di queste regole, cioè verificare se queste norme sono veramente efficaci. Il grave errore di Timmermans è stato quello di non dire chi paga per la transizione ecologica. Noi non vogliamo che a pagare siano i cittadini, i piccoli imprenditori e gli agricoltori. Gli obiettivi di decarbonizzazione devono essere raggiunti creando nuove risorse europee come fatto per il Next Generation Ue.

In Italia Azione, Italia viva e +Europa sono divise: pensa che la strada di una lista unica alle Europee sia ancora percorribile?

Dobbiamo percorrerla fino all'ultimo secondo dell'ultimo giorno utile. Questa è la linea di Renew Europe ed è quanto abbiamo chiesto nel convegno e negli incontri a Roma di fine maggio. Poi certo non siamo noi a poter decidere per i partiti italiani ma l'Italia è un grande paese e abbiamo bisogno di una lista comune di Renew Europe per eleggere 7,8,10 deputati europei, così che quella italiana diventi la seconda delegazione di Renew dopo quella francese. Andando divisi i rischi sono enormi e i guadagni minimi.

Parlerà direttamente con Renzi, Calenda Magi e gli altri? Noi abbiamo sia deputati di Azione che di Iv nel nostro gruppo. E quindi sia Renzi he Calenda sono in contatto con il nostro capogruppo Séjourné. Al momento Azione è nel partito democratico europeo di cui sono il segretario e sono anche in contatto con Magi, Della Vedova e Pizzarotti. Dobbiamo ancora programmare la campagna elettorale ma stiamo valutando quantomeno come Pde di fare un grande evento a Roma nei prossimi mesi.

Di recente ha lavorato sull'aumento del numero degli euro deputati, può spiegarci meglio?

Rispetto a cinque anni fa ci sono paesi dove la popolazione è aumentata ed è necessario che a questo aumento corrisponda un aumento dei deputati. E così abbiamo aumentato gli eurodeputati di 15 seggi totali che saranno divisi per 13 stati. Rispettare la demografia significa rispettare la democrazia. Ma non siamo soddisfatti delle resistenze che ci sono in Consiglio europeo sull'obiettivo di rendere le elezioni ancora più "europee" dando la possibilità di votare direttamente le famiglie europee attraverso le liste transnazionali. Ma le discussioni non hanno ancora portato a un accordo.

Un'altra sua proposta è quella sui cittadini e territori transfrontalieri: qual è l'obiettivo?

È un'iniziativa di cui sono molto soddisfatto e he abbiamo votato qualche ora fa. C'è unaproposta di legge bloccata tra Parlamento e Consiglio da 4 anni, l'ho ripresa, modificata e messo sul tavolo una nuova proposta per rispondere ai problemi che vivono 150 milioni di europei, cioè quelli che vivono lungo le frontiere interne dell'Ue. L'obiettivo della legge che ho chiamato BridgeEU (Border Regions Initiative for Development and Growth -Bridge, cioè "un ponte per l'UE") è far sì che gli ostacoli attualmente presenti vengano rimossi tramite soluzione contrère e il dialogo tra territori di frontiera e Stati. Ora la Commissione ha tre mesi per riprendere il negoziato tra Consiglio e Parlamento.

A proposito di Commissione, come giudica gli attacchi del governo italiano al commissario Gentiloni?

Gli attacchi a Gentiloni sono autolesionisti perché hanno indebolito l'Italia dimostrando un nervosismo a Roma che certamente non aiuta nei negoziati. Nel merito è sbagliato attaccarlo perché si è battuto per la riforma del Patto di stabilità e non ha posizioni rigoriste. Al di là di questo, accusare pubblicamente un commissario perché non è uno strenuo difensore dell'interesse nazionale è il modo migliore per indebolire sia il commissario che il governo. E dimostra mancanza di conoscenza delle dinamiche europee. Proprio per questo sono molto stupito dall'atteggiamen- to soprattutto di Tajani.