Intervista a Sandro Gozi per «Ta Nea» del 15-04-2025
Quale ruolo dovrebbe svolgere l'UE per prevenire future tragedie come il disastro ferroviario di Tempi?
Questo disastro non è stato solo un incidente, ma il risultato prevedibile di anni di inazione, cattiva gestione e mancata implementazione dei sistemi di sicurezza finanziati dall'UE.
Uno dei principali difetti tecnici era la mancanza di sistemi di segnalazione moderni. Il Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS), uno standard comune di controllo e segnalazione dei treni finanziato dall'UE, è stato introdotto troppo lentamente negli Stati membri.
L'UE deve ora prendere l'iniziativa. L'implementazione dell'ERTMS dovrebbe diventare obbligatoria secondo un calendario rigoroso e vincolante. La sicurezza non può essere negoziabile. Inoltre, l'UE dovrebbe aumentare in modo significativo il sostegno finanziario, in particolare attraverso il meccanismo per collegare l'Europa, per aiutare i Paesi a migliorare le infrastrutture transfrontaliere e strategiche.
Ma questo va oltre le correzioni tecniche. Si tratta di ripristinare la fiducia del pubblico. I cittadini devono sentirsi sicuri nell'utilizzo del trasporto ferroviario. L'UE ha gli strumenti e la responsabilità per garantire questo livello di sicurezza in tutta Europa.
Come può l'UE garantire che gli Stati membri prendano sul serio queste responsabilità?
L'attenzione ora non dovrebbe essere rivolta a puntare il dito, ma piuttosto a fare in modo che una tragedia come quella di Tempi non si ripeta mai più. Questo significa trasparenza e responsabilità. I cittadini meritano di sapere dove va il denaro pubblico e se viene usato per proteggere la loro sicurezza.
Il nuovo regolamento TEN-T, approvato nel 2024, definisce un quadro chiaro per le infrastrutture di trasporto. Ora è il momento che gli Stati membri lo attuino. Se non lo faranno, la Commissione dovrà avviare procedure di infrazione. Sono in gioco vite umane: la conformità non può essere facoltativa.
I finanziamenti dell'UE dovrebbero inoltre essere subordinati a progressi reali e misurabili. Dovremmo persino considerare la possibilità di creare un sistema di valutazione dei rischi a livello europeo per le infrastrutture di trasporto, simile a quello che abbiamo per i rischi sanitari. Lo stesso livello di controllo che applichiamo alla salute pubblica dovrebbe essere applicato alla sicurezza dei trasporti.
Perché dovremmo credere che l'UE agirà finalmente in modo decisivo sulle questioni relative allo Stato di diritto?
Ciò che è diverso ora è che la richiesta pubblica di responsabilità non è mai stata così forte. Il Partito Democratico Europeo e Renew Europe hanno fatto della difesa dello Stato di diritto una priorità assoluta, non solo quando è politicamente conveniente, ma con coerenza.
La Grecia è diventata un esempio preoccupante. Sotto l'attuale amministrazione, la Grecia ha assistito a una pericolosa erosione delle garanzie democratiche, dall'insabbiamento di Tempi agli scandali delle intercettazioni e agli attacchi alla magistratura
L'UE deve rispondere con pressioni politiche e azioni concrete. La Commissione deve essere più coraggiosa, avviando procedure di infrazione e collegando i fondi europei agli standard democratici, indipendentemente dai partiti al potere a livello nazionale. Siamo stati lenti con l'Ungheria. Non possiamo commettere lo stesso errore con la Grecia. Lo Stato di diritto deve essere una linea rossa, non un principio vago.
Qual è la sua opinione sulle relazioni dell'UE con la Turchia dopo l'incarcerazione di İmamoğlu?
L'incarcerazione del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, è inaccettabile. Non si tratta solo di una questione interna, ma di una sfida diretta ai valori che l'UE rappresenta. Quando i leader democraticamente eletti vengono messi a tacere attraverso processi politicamente motivati, si rivela quanto la Turchia si sia allontanata dai principi dell'UE.
La candidatura della Turchia all'UE è diventata una mera formalità. Dobbiamo essere onesti con Ankara e con il popolo turco. La nostra solidarietà va a coloro che difendono la democrazia e lo Stato di diritto.
Non possiamo inoltre ignorare Cipro. La presenza di forze turche sul territorio dell'UE non è una "disputa" bilaterale. È un'occupazione. L'UE deve essere più esplicita e coerente nel difendere i propri valori, non solo in un Paese formalmente candidato come la Turchia, ma anche all'interno dei nostri confini.
Come dovrebbe rispondere l'UE alle recenti minacce di dazi da parte degli Stati Uniti?
Dobbiamo essere realistici. La visione americana di Trump-Vance vede l'UE non come un partner, ma come un rivale. I dazi decisi da Trump, anche se sono stati formalmente sospesi, sono un insulto a tutti noi che siamo stati e vogliamo ancora essere Paesi alleati degli Stati Uniti
L'Europa deve rispondere diventando più forte politicamente ed economicamente. Ciò significa una maggiore integrazione e una riforma dei trattati, compresa l'eliminazione dei veti nazionali. Solo così potremo difendere i nostri interessi e agire con decisione sulla scena mondiale.
Detto questo, l'alleanza transatlantica rimane essenziale. Il nostro dialogo con il Partito Democratico degli Stati Uniti ne è un pilastro fondamentale. Dobbiamo lavorare insieme per dare forma a un'economia globale equa e basata sulle regole.
Ma non ci faremo mettere i piedi in testa. L'Europa non si tirerà indietro di fronte alla coercizione economica. Proteggeremo la nostra sovranità, promuoveremo il commercio equo e insisteremo sul rispetto reciproco.