Intervista a Stefania Saccardi su "La Repubblica Firenze" del 2-06-2024
di Ernesto Ferrara
Le Cascine aspettano la rinascita da anni ma oggi stanno molto peggio di quando amministrava Renzi. Ora sono diventate un centro di spaccio e delinquenza. Puntiamo al ballottaggio poi vedremo: più che di partiti e accordi vorrei ragionare di politica riformista, che fra i dem mi pare sia sparita.
Vicepresidente Stefania Saccardi, secondo lei Firenze è migliorata, come dice Nardella?
«Per nulla. Anzi io percepisco andando in giro quanto la città si senta trascurata e senta di aver avuto un'amministrazione distratta».
Sarete stati distratti anche voi visto che Italia Viva è in giunta col Pd a Palazzo Vecchio.
«Siamo rimasti in maggioranza per senso di responsabilità ma su tante cose negli ultimi tempi abbiamo votato diversamente dal Pd».
Riconoscerà che le tramvie sono state fatte. Le Cascine invece nemmeno Renzi le rifece.
«Le tramvie, diciamo la verità, sono state fatte grazie ai soldi del patto per Firenze voluto dal governo Renzi. Altra cosa è la gestione dei cantieri, da migliorare, anche se gli operai a lavoro ci sono, sono onesta. Alcune tratte andavano pensate diversamente, i pali vanno levati, ma è pur vero che i lavori pubblici da noi si pensano 20 anni prima di quando si realizzano. Le Cascine invece aspettano da anni una rinascita e ok, ma sono molto peggio di quando c'eravamo noi. Non sarà tutta colpa di Nardella ma è palese che sono un centro di spaccio e delinquenza. Serve il presidio ma poi serve farle vivere. Io ho proposto una "Citè de la musique" come a Parigi, una città dei bambini, Pavoniere coperte, luci. E i privati che gestiscono spazi, come la Manifattura, potrebbero essere coinvolti nella gestione del parco».
Che farebbe lei sugli Airbnb? Sarà pure sbagliato bloccarli ma gli affitti sono schizzati e sono esplosi studentati, resort e case di lusso.
«Non ho governato mica io in questi anni. Io penso che gli affitti brevi siano una conseguenza dello svuotamento del centro. Non c'è più il tribunale, l'università, mancano studi medici, parcheggi, banche, negozi, c'è caos. Tanti immobili sono stati recuperati a fini turistici perché la gente già mancava. Il blocco demagogico di Nardella ha solo peggiorato la situazione e ora gli affitti brevi vanno fuori dal centro. Serve anche una legge nazionale. Ed è vero che lo Stato deve tornare a investire in case popolari, l'ultimo piano casa fu di Renzi. Io avrei messo i 10 milioni del Padovani e i soldi liberi dello stadio Franchi per la ristrutturazione delle case popolari».
Qual è la sua ricetta sulla sicurezza?
«Intanto tutti riconoscono che c'è un problema di sicurezza e chiedere la rimozione del questore come fa il Pd è un errore. Serve un coordinamento tra forze dell'ordine, vigili urbani, categorie economiche, comitati, associazioni. Telecamere che funzionino anche di notte. E va fatta una battaglia per chiedere allo Stato una diversa gestione dei minori stranieri non accompagnati».
Vanno fermati i lavori stadio?
«Per come stanno le cose ora non si va da nessuna parte. Mancano 100 milioni, c'è incertezza sui tempi, su dove far giocare la squadra. Io sono dell'idea di fermarsi e riaprire il dialogo con Fiorentina e governo per capire se si può far fare lo stadio ai privati e salvare i fondi per Firenze. Le condizioni per ragionare su uno stadio nuovo da un'altra parte o riaprire la discussione con la Soprintendenza sul Franchi ci sono».
Lei sostiene che Firenze sia trasandata, ma non sarà per una transenna fuori posto che intendete far passare la città a destra?
«Domanda alla persona sbagliata. Se c'è questo rischio la domanda va posta al Pd che ha scelto di non fare le primarie e ha messo il veto assoluto su di noi. Ci hanno detto che non ci volevano. Ma noi ci siamo in città e le nostre idee non sono mai cambiate».
Sinceramente: crede che la lite personale tra Renzi e Nardella valga il rischio di perdere la città?
«Sia Renzi che Nardella sono troppo intelligenti per avere solo questioni personali e rifletterle sulla città. Io penso che siano scelte politiche a dividerli. Renzi ha governato il Pd e lo ha portato al 40%, ora si pensa di poter fare a meno di noi. Questo è».
Che umore sente tra i fiorentini?
«Sento che sono stufi del Pd. Per la gestione quotidiana più che per le grandi scelte. C'è gente che vota da anni il Pd e si dichiara di sinistra che non voterà più Pd. Ci sarà tanto voto disgiunto. E di protesta».
Che asticella ha fissato per la sua lista per il primo turno?
«Io voglio andare al ballottaggio. C'è un 40% di indecisi, tutto ci sta».
Se Renzi insistesse per un accordo al ballottaggio col candidato dei postfascisti Schmidt che farebbe?
«Questo è solo un esercizio di fantapolitica. Staremo a vedere. Adesso giochiamo per andare al ballottaggio. Se non ci andiamo vedremo dal 10 giugno. Io vengo dal Pd e sono in giunta col Pd in Regione questo è chiaro, ma più che ragionare di partiti e accordi vorrei ragionare di politica riformista, sparita nel Pd».
Ma se la chiama Schmidt al ballottaggio lei risponde?
«Io al telefono rispondo a tutti».
Cosa chiederebbe invece per un accordo a Sara Funaro e al Pd?
«Abbiamo il nostro programma, le nostre idee. Si parte da lì».
Senza accordi con nessuno lascerete libertà di voto?
«Noi a differenza di altri cinghie di trasmissione non ne abbiamo. Abbiamo elettori liberi. Vedremo i rapporti di forza all'esito del primo turno. Poi ragioneremo di programmi. E di prospettive».
Anche se al tavolo del Pd ci fossero già i 5 stelle?
«Il loro candidato Masi è simpatico ma sulla politica siamo distanti...».