L'intervento della parlamentare di Italia Viva, pubblicato dall'edizione napoletana de "il Riformista".
La drammatica vicenda del Coronavirus, in tutte le sue articolazioni, ci sta insegnando alcune cose. Come succede sempre con i problemi, che complicandoti la vita costruiscono anche le soluzioni, vivendo questa fase inedita della vita civile forse cominciamo a capire i limiti e i pericoli di alcune impostazioni subculturali nelle quali ci siamo crogiolati in questi ultimi anni. Un esempio per tutti: la competenza.
Si è arrivati a dire, a un certo punto, che Ministro dell’economia poteva essere anche una operosa casalinga, una donna comune. Ci si è spinti a sostenere, nella sbornia dell’uno vale uno, che tutte le voci valessero alla stessa maniera, che anche gente totalmente priva di esperienza e di competenza potesse affrontare ruoli cruciali della vita pubblica perché in ogni caso avrebbe fatto meglio della vecchia classe politica.
Si sono sbandierati come valori l’improvvisazione, l’inesperienza, l’equidistanza dalle grandi categorie del pensiero. Questo tipo di populismo si è spinto fino a lambire il discorso scientifico, dove invece da sempre vige la regola della dimostrabilità, e dove la competenza – non quella auto-attribuita ma quella dimostrata – è un elemento irrinunciabile. Senza onere della prova, invocando complotti e sistemi, si sono attaccate verità scientifiche documentate e certificate, aprendo lo spazio a un ciarlatanismo a tratti davvero sconcertante.
Vale la pena di ricordare, proprio in questo frangente, tutta la incredibile vicenda dei vaccini. Sono stati criminalizzati, attaccati, indicati come causa di mali assoluti; sono stati diffusi studi senza alcun riscontro e mentre la comunità scientifica diceva cose chiare e certe sull’indispensabilità dei vaccini, si sono organizzate e fomentate manifestazioni di piazza, dibattiti, campagne di disinformazione fino a che non ci ha pensato il Covid- 19 a rimettere le cose a posto. Questo terribile coronavirus nuovo, che ci fa desiderare fortemente un vaccino per mettere in sicurezza i soggetti più fragili e la nostra comunità, di riporta alla realtà.
Ma come? Non erano il male assoluto i vaccini? No, il male sono i virus mentre il lavoro della comunità scientifica, dei saperi, delle competenze, ci salva la vita. Allora ricordiamolo questo momento, quando si tornerà a sostenere che non occorrono le competenze, basta l’onestà. Non è così. La competenza, quella tecnica, quella scientifica, ma anche quella politica – che corrisponde alla capacità di capire i processi e trovare le sintesi – è indispensabile.
Riscopriamo, dentro questa esperienza, il valore della conoscenza, quindi degli studi, dell’applicazione, dell’impegno, ma anche del pensiero lungo, dell’analisi profonda. Le scorciatoie a volte fanno superare il traffico. Ma spesso fanno anche sbagliare strada, e quasi sempre portano su terreni impervi che procurano più danni che vantaggi.