Intervista di Giuseppe Bianca, La Sicilia, 16 febbbraio 2020
Due giorni in Sicilia per ribadire che Italia Viva non dimentica l'elettorato centrista dell'Isola su cui "nutre grandi ambizioni". Ettore Rosato, già vicepresidente della Camera e oggi presidente del partito di Matteo Renzi tra oggi e domani sarà a Enna, Siracusa e Catania. Una pausa di politica regionale nei giorni caldi, più o meno alle spalle, della crisi di governo romana che ha fatto capolino, prima di finire, almeno per adesso, in "modalità aereo".
Che la pace sia scoppiata o meno, per il big di Iv le fibrillazioni vanno monitorate:
"Sulle misure relative alla prescrizione non abbiamo intenzione di fare alcun passo indietro. Se Conte dice di non saper rispondere alla domanda se è giustizialista o garantista, noi sappiamo di non essere garantisti a corrente alternata. E il Pd piuttosto ad avere cambiato atteggiamento culturale sul tema".
Il secondo campanello d'allarme dei renziani è sul mancato rilancio delle politiche economiche:
"Da questo punto di vista- commenta Rosato- non si vede praticamente nulla da parte del governo".
E sulla legislatura a rischio precisa:
"Per il momento c'è un presidente del Consiglio e noi siamo pronti a fare la nostra parte e dare il contribuito che ci si aspetta, se Conte e il Pd poi hanno deciso che vogliono cambiare maggioranza, del resto il presidente del Consiglio lo ha già fatto una volta, con i responsabili in arrivo da Fi, basta che ce lo dicano".
Rosato tuttavia non mette l'esecutivo dietro la lavagna quando gli si chiede se per caso Renzi non voglia differenze più marcate tra il primo governo e il Conte-bis:
"Basta guardare spread e costo del denaro quando c'era Salvini al governo - risponde - e guardatelo adesso. In molti aspetti la discontinuità c`è, in altri ancora non la vediamo".
Insomma la strada è lunga e Rosato non nasconde né i rischi che possono caratterizzare il percorso, né li amplifica, certo del fatto però che il partito di Renzi non ammorbidirà i propri comportamenti. La tappa siciliana porta Rosato nella terra dove ha tanti legami:
"Mi dispiace che Anthony (Barbagallo ndr) sia rimasto nel Pd, è un grande amico"
e manda subito una cartolina a Palazzo d`Orleans:
"Siamo all'opposizione con convinzione, se ci sono questioni di interesse generale su cui possiamo dare il nostro contributo lo facciamo, come l'abbiamo sempre fatto ovunque. Tutto qua".
Il presidente di Iv ha molto chiara la vocazione di centro dell'elettorato siciliano che a suo avviso tornerà presto a riemergere:
"La gente comincia a stancarsi del bipolarismo dei populismi e delle risposte inefficaci e noi rispetto a questo - rivendica - siamo una seria alternativa. Per il resto il nostro gruppo parlamentare all'Ars è una realtà importante e siamo convinti che potremo costruire un'alternativa di peso per i siciliani".
Rosato, inoltre, sulla vicenda che vede indagato per corruzione elettorale Luca Sammartino, uno degli uomini di punta dei renziani di Sicilia, chiarisce:
"Ho piena fiducia in Luca e sono anche convinto che il percorso giudiziario gli darà ragione".
La conclusione, in un crescendo di ottimismo, è tutta per "il nostro gruppo dirigente ampio e coeso" a cui rivolge il suo ringraziamento:
"Stanno lavorando veramente bene", assicura.
L'obiettivo del prossimo futuro è legato alle liste per le Amministrative imminenti, anche se il presidente di Iv sbircia dietro l'angolo dove nel medio periodo, tra le postazioni che torneranno in palio c'è quella del Comune di Palermo, dove Leoluca Orlando, pur eterno e inossidabile, avrà completato nel 2022 il suo secondo doppio mandato. Magari per quel giorno i renziani avranno anche il nome caldo che oggi vogliono proteggere.