Intervista di Marco Ballico, "il Piccolo", 29 agosto 2022.
Ettore Rosato apre al dialogo con il centrodestra in vista delle regionali 2023. «Nulla di clamoroso — sottolinea —: vedremo le proposte in campo e ragioneremo con tutti». Il Pd? «Sta facendo ovunque scelte molto irrazionali», dice il presidente di Italia Viva commentando il voto di domenica.
Rosato, com'è andata?
«Siamo partiti sei settimane fa e abbiamo ottenuto quasi l'8% a livello nazionale, con punte importanti in tutto il Nord. Le ambizioni sono sempre grandi, ma il risultato è soddisfacente».
Le dispiace non essere un parlamentare eletto in Friuli Venezia Giulia?
«Sono stato eletto sia in Fvg che in Campania, poi il seggio è scattato altrove. Ma in questo modo i deputati della regione sono due. Come ho sempre fatto, rappresenterò il territorio».
Matteo Renzi è soddisfatto come lei?
«Assolutamente sì. Non solo abbiamo avuto riscontro nelle aree più produttive del Paese, ma anche, più di chiunque altro, abbiamo raccolto consenso tra gli under 24».
L'alleanza di Italia Viva con Azione è elettorale o strutturale?
«Strutturale. Andiamo verso un partito unico, che intendiamo realizzare rapidamente».
Avete fatto i conti sui voti? Chi ha contribuito di più?
«Ha contribuito il progetto unitario, l'aver lavorato assieme, l'averci messo tutti la faccia».
Calenda aveva una missione: cancellare il Movimento 5 Stelle. Perché è fallita?
«I pentastellati sono sopravvissuti con un messaggio assistenzialista, come emerge dalla distribuzione del voto. La loro rimane una cultura politica del "no", che in Italia esiste e trova sponde».
Il "no" a cosa?
«Agli investimenti, agli atti di coraggio. Se fosse dipeso da loro, saremmo privi per esempio del Trans Adriatic Pipeline e di qualsiasi soluzione alternativa».
Il merito del risultato M5S è di Conte?
«Conte è stato bravo in campagna elettorale. Non condivido niente di ciò che ha sostenuto, ma ha saputo vendere un prodotto. Un prodotto non utile per l'Italia».
Più populista di Di Maio?
«Molto di più».
"Se Meloni chiede un tavolo sulle riforme, Iv c'è", dichiara Renzi. Che significa?
«Che servono riforme, anche istituzionali. C'è bisogno di una legge elettorale che consenta ai cittadini di eleggere direttamente il sindaco d'Italia. E il sindaco d'Italia non è il presidente della Repubblica, come vuole Meloni, ma il presidente del Consiglio».
Si ritorna alla riforma che vide Renzi cadere al referendum?
«Facciamola insieme, facciamola meglio, lavoriamoci senza preconcetti. Ma riformare le nostre istituzioni, rendere il Parlamento più efficace, eleggere il premier sono obiettivi di cui il Paese ha molto bisogno».
Che cosa si aspetta dal governo Meloni?
«Sono molto preoccupato. Meloni non ha mai amministrato nulla. Vedo intorno a lei una squadra molto debole. Noi sosterremo qualsiasi scelta possa aiutare l'Italia, ma faremo opposizione severa davanti a decisioni inadeguate o forzature sui diritti».
Il banchiere Fabio Panetta sembrerebbe chiamarsi fuori dai giochi per il Tesoro. Che segnale è?
«Un preciso segnale di indisponibilità. Ma è evidente che va trovato un ministro dell'Economia all'altezza».
Chi?
«Al posto loro farei la corte all'uscente Daniele Franco».
Renzi ha avuto in passato percentuali più alte di Meloni. L'Italia si innamora e di disinnamora rapidamente. Accadrà anche con Meloni?
«Mi auguro naturalmente di sì. Ricordo però che a far crollare il consenso di Renzi non furono le riforme mancate o il lavoro non fatto, ma una guerra interna al partito, che ha logorato il rapporto anche con gli elettori».
Ammette però che il momento è difficile?
«Lo è. Il contesto è complicatissimo. Per questo non si doveva staccare la spina al governo. Si è ritenuto che Meloni avrebbe fatto meglio di lui. Vedremo».
Si ricorrerà di nuovo a Draghi?
«C'è una maggioranza che ha il diritto e il dovere di governare».
Ma all'ex premier verrà chiesto di dare una mano sulla Finanziaria?
«È chiaro che al centrodestra andrebbe bene. Altrettanto bene farà Draghi a lasciare il compito al nuovo governo».
Alle regionali che farete?
«Il Pd sta facendo ovunque scelte molto irrazionali. Il suo obiettivo sembra essere quello di ricucire con i 5 Stelle. In Fvg vedremo quali saranno le proposte in campo, ragionando con tutti».
Non esclude quindi la possibilità di un clamoroso dialogo con il centrodestra?
«Non escludo nulla e non vedo nulla di clamoroso. Il nostro partito nasce dalla fusione di anime diverse, che arrivano da centrodestra e da centrosinistra. Quel che è certo è che non premieremo scelte trainate da populismi».
La lista Fedriga è un interlocutore interessante?
«La lista Fedriga oggi non è un soggetto politico».
L'interlocutore è Fedriga?
«Gli interlocutori saranno coloro che si lanciano nella campagna elettorale. Vedremo quale sarà il ragionamento politico che porrà pubblicamente Fedriga rispetto al prossimo mandato».
Lo scontro Russo-Senacchiani e la resa dei conti nel Pd?
«Auguri».