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Rosato: "Politica unita e tagli alla burocrazia"

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Intervista di Marco Croci, "la Prealpina", 23 aprile 2020.

Lo tsunami del coronavirus ha avuto il suo epicentro italiano in Lombardia, ma a poco a poco tutta Italia si è ritrovata paralizzata. Per questo, per ripartire, occorre ragionare su larga scala mettendo benzina nel motore di tutto il Paese. E quel motore sono le imprese. Come? Per prima cosa, con robuste sforbiciate ai lacci della burocrazia. Ne è convinto Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei Deputati e presidente di Italia Viva.

«Siamo stati travolti da una pandemia con dimensioni di cui forse non ci rendiamo ancora conto — afferma il parlamentare, rispondendo alle domande della Prealpina — e per fronteggiarla occorre adottare misure adatte a una crisi economica come non si vedeva dal Secondo Dopoguerra».

Dpi nelle aziende
La cura di Rosato prevede la tutela della salute, certo, ma anche una programmazione della ripartenza: «Su questo siamo già in ritardo — precisa il deputato triestino classe 1968 -. Lo diciamo da settimane: chiudere tutto è facile, basta un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, ma poi per rialzare le saracinesche e far riprendere le aziende servono imprenditori, esercenti, professionisti. Serve sapere fin da adesso quale mobilità potremo avere alla riapertura, dove ci si potrà rifornire di dispositivi di protezione individuale, e anche quale tempistica si potrà dare agli esercizi commerciali. I primi passi per le aziende dovranno essere sanificazione e approvvigionamento di dpi, ma occorre decidere adesso come procedere».

Fontana e il "caso" Lombardia
Con uno sguardo diverso per la Lombardia, considerata locomotiva d'Italia e ora alle prese con le conseguenze più devastanti del Covid 19? «Non ne faccio una questione geografica — risponde Rosato — ma di organizzazione delle misure di insieme. Anche perché la stessa Lombardia non è tutta uguale, ha peculiarità differenti da un territorio all'altro. Quindi bisogna pianificare con visione ampia».

E la visione del governatore lombardo Attilio Fontana, finito al centro di dure polemiche a partire dalla gestione delle Rsa, com'è stata? «Vado controcorrente — replica il vicepresidente di Montecitorio -: questa non è la fase della polemica. Ci sono stati errori e non pochi, male valutazioni su questo le faremo quando l'emergenza sarà finita. Vale per il governo nazionale, così come per il governo regionale. In questa fase la politica dovrebbe avere senso di responsabilità, mostrandosi unita. Le istituzioni devono collaborare e non litigare, lo devono ai milioni di italiani a casa in quarantena».

Liquidità subito
Ma verso quale obiettivo devono collaborare? «Il primo è sicuramente la sburocratizzazione totale del Paese — afferma Rosato -. In Italia si è creata burocrazia anche su questa emergenza e non è ammissibile. Per ripartire ci vuole uno scossone vero prima di tutto su questo punto. Stiamo lavorando a un provvedimento di semplificazione della Pubblica amministrazione, cancellando norme e adempimenti. Anzi, chi vede adempimenti inutili ce li segnali». La seconda leva per rimettere in marcia l'Italia fiaccata dal virus è un intervento sulla pressione fiscale («bisogna alleggerire le tasse sulle imprese», precisa), che va di pari passi con la liquidità: «bisogna semplificare le procedure già previste dal Consiglio dei ministri — afferma Rosato -: il decreto c'è, ma prevede procedure ancora troppo onerose per ottenere liquidità. E per far ripartire le imprese occorre prima non farle morire».