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Rosato: Parte del nostro elettorato ha votato Max il moderato

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L'intervista a Ettore Rosato di Edoardo Sirignano per "L'identità"

Un pezzo importante del nostro elettorato ha votato Fedriga, che è prima di tutto un moderato. Non potevamo chiedere a Maran di fare i miracoli. Così il triestino Ettore Rosato, braccio destro di Matteo Renzi, commenta i dati delle ultime regionali in Friuli Venezia Giulia.

Quale significato politico assumono queste elezioni?

L'unico dato è uno soltanto: la grande affermazione di un governatore che in cinque anni ha lavorato bene.

Possiamo parlare di debacle?

Non posso far altro che ringraziare Alessandro Maran per il suo generoso e appassionato impegno. Sapevamo, sin dalla vigilia, che era una partita
difficilissima. Il nostro candidato ha speso ogni energia a sua disposizione. Detto ciò, certamente non possiamo stappare le bottiglie di spumante per festeggiare. 

Non siete, comunque, gli unici sconfitti. Non si è visto a queste latitudini, ad esempio, il tanto atteso effetto Schlein...

Posso dire solo che c'è un travolgente effetto da parte di chi ha saputo tradurre il suo operato in consenso. Tutto il resto mi sembra abbastanza irrilevante. Non trovo interessante commentare le vicende del Partito Democratico.

Qualche dirigente del Nazareno se la prende con Moretuzzo, accusandolo di non aver fatto una campagna elettorale all'altezza..

Per quanto ci riguarda, posso dire che abbiamo fatto bene a puntare su Maran, persona preparata, perbene, appassionata e competente. Gli altri possono dire ciò che vogliono. I commenti, di fronte ai dati, lasciano il tempo che trovano. 

I veri problemi per l'uscente però, potrebbero iniziare già da questa mattina. Non sarà facile accontentare i civici della sua compagine, i leghisti e i simpatizzanti della Meloni?

Il riconfermato presidente non avrà alcun problema a comporre la sua squadra. Stiamo parlando di un governatore che è stato rieletto con un'ampissima maggioranza. Ha il popolo dalla sua parte. Ecco perché non avrà difficoltà a governare e a continuare quanto iniziato nel precedente
quinquennio. In questo caso, prevale l'autorevolezza di chi è a capo della squadra. Le beghe di partito non saranno centrali stavolta. Ci sarà la tradizionale discussione, ma alla fine Fedriga tirerà le somme. 

La sorprende che l'elettorato moderato, in Friuli, alla fine abbia virato verso destra e non sinistra?

Assolutamente no! Sapevamo che non riuscivamo a recuperare tanto terreno a destra. Bisogna essere onesti. Un pezzo importante del nostro elettorato ha votato Fedriga, che alla fine è un moderato più di tanti altri.

Quanto successo a Trieste influirà sulle dinamiche nazionali relative al campo centrista?

Per la verità stiamo lavorando da tempo su un progetto e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci adesso. Il Friuli non è mai stata la nostra partita. Non ho il fisico di Matteo. Non posso, quindi, permettermi il lusso di correre maratone, che ovviamente necessitano di soste. Preferisco dedicarmi a cose più semplici, che danno meno soddisfazioni e per cui si deve andare avanti spediti, senza particolari pause.

Possiamo, quindi, dire che da domani Italia Viva si rimboccherà le maniche e inizierà a dare il contributo richiesto per il nuovo soggetto moderato?

A dir la verità ha iniziato da ieri, anzi dall'altro ieri, da parecchio tempo. Non abbiamo mai mollato neanche
un centimetro.

Quale sarà il prossimo step?

Le assemblee che si terranno nel mese di giugno. Queste ultime serviranno a delineare il quadro e consentiranno di andare avanti con le tappe successive. Una nuova formazione non si fa dalla sera alla mattina.

Si vocifera, intanto, di qualche problemino con Azione. E davvero così?

Con Calenda non c'è alcuna difficoltà. Ogni decisione è condivisa. Regna il massimo entusiasmo per creare quella che sarà la novità nel panorama politico nazionale.