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Rosato: Noi stampella? Ora non serve. Aspettiamo la Finanziaria.

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Intervista ad Ettore Rosato di E. Sirignano per "L'Identità"

 

"Noi stampella? Per ora a Giorgia non serve ma aspettiamo la Finanziaria"

di EDOARDO SIRIGNANO

 

"Il lavoro dell'opposizione non è fare i sabotatori della maggioranza". A dirlo Ettore Rosato, deputato di Italia Viva.

Tajani dice no ad alleanze con Le Pen e Md. Si ritrova con questa linea?

Condivido le dichiarazioni di Tajani! Le Pen e Afd sono gli estremi della politica in Europa. Sono movimenti lontani anni luce da chi invece sta facendo uno sforzo per rafforzare le istituzioni europee e rispondere meglio alle aspettative dei nostri concittadini.

La destra rappresentata dalla premier Meloni, a suo parere, è diversa da quella che in Francia si oppone a Macron?

Mettere il dibattito della politica interna sullo stesso piano di quello europeo è una banalizzazione. Il confronto con tutti, a livello continentale, ci sarà sicuramente dopo le elezioni del 2024. È in gioco il futuro dell`Europa. La priorità è evitare che si crei uno spazio in cui prevalgano forze che non credono nel rafforzamento dell'Ue.

La forte presa di posizione di Forza Italia crea uno spazio per un nuovo centro?

Ripeto, non poniamo questioni di politica europea sullo stesso piano di quello nazionale. Tajani non ha detto che fa cadere il governo Meloni. Ha detto, invece, che il Ppe non vuole collaborare con partiti dell'estrema destra e questo mi fa molto piacere.

Si può aprire, invece, una collaborazione con Italia Viva?

Italia Viva e Azione, oggi, afferiscono alla famiglia dei liberali. Forza Italia a quella del Ppe. A Bruxelles già lavoriamo insieme. Ci sono, quindi, le condizioni per aprire il cosiddetto cantiere moderato... Lo spazio bisogna coglierlo. Un progetto centrista deve essere in grado di mettere insieme, non dividere. Se ci sarà una politica capace di aggregare in maniera seria, si potrà, da una parte, cogliere l'occasione dello schiacciamento a sinistra del Pd e dall'altra quella di instaurare un rapporto diverso con i moderati di centrodestra. Imitare un modello Macron potrebbe essere anche un rischio. In Francia, considerando quanto sta succedendo nelle piazze, i risultati non sono brillanti... Dire che quel modello non funziona perché ci sono disordini in piazza è una semplificazione. La Francia certamente attraversa un periodo complicato. Cosa ben diversa, però, è sostenere che il governo Macron abbia fallito.

È pronto a collaborare con Palazzo Chigi sui temi? È possibile un'intesa sulle grandi riforme istituzionali?

Il lavoro dell'opposizione non è fare i sabotatori della maggioranza, ma stimolarla a impegnarsi nell'interesse del Paese. Su questo principio si basa la collaborazione sulle riforme istituzionali, su cui è normale che tutte le forze politiche dialoghino nell'interesse generale.

Non sarete, pertanto, l'ennesima stampella...

Questa maggioranza non ne ha bisogno.

Gli ultimi mal di pancia della Lega, però, potrebbero aprire nuovi scenari...

I mal di pancia possono esserci, ma ciò non significa non avere i numeri in Parlamento. La legislatura è appena iniziata. Questo governo dovrà dimostrare, con i fatti, cosa sa fare. Per il momento abbiamo sentito molte parole, alcune condivisibili come sulla giustizia, altre molto meno. Abbiamo, poi, registrato una certa continuità con l'esecutivo Draghi. Basti pensare alla riforma fiscale. Per giudicare, però, aspettiamo le scelte che la prossima finanziaria imporrà.