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Rosato «Nessuna diaspora da Iv»

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L'intervista a Ettore Rosato per "L'identità" per QN/Carlino/Nazione 

di C.Rossi

ROMA

Ettore Rosato, da deputato di Italia viva che siede nello stesso gruppo di Azione, come valuta l'endorsement di Carlo Calenda nei riguardi della candidatura del radicale Marco Cappato per le suppletive nel collegio monzese lasciato vacante da Silvio Berlusconi?

«Sono scelte di partito, non del gruppo parlamentare. Ove ci fosse una discussione comune, dirò che ho molta stima di Adriano Galliani e lo considero un moderato e una persona seria».

Non aspettate neanche la candidatura del Pd?

«Il Pd ancora una volta non ha detto niente. E non è che non si sappia che ci sono queste suppletive. Il primo che si è alzato e si è candidato è stato Cappato, e tutti a corrergli dietro».

Cappato a parte, non le pare che il voto diviso addirittura in tre sull'introduzione del reato per il cosiddetto utero in affitto dimostri che il Terzo polo al momento è un po' sgangherato?

«Quello era proprio un voto di coscienza, ma effettivamente senza un'azione seria di ricomposizione sarà difficile continuare a parlare di Terzo polo. Si riprenderà a parlare di bipolarismo e in quale dei due schieramenti ci si colloca. lo invece sono un eterno innamorato dell'idea che il Terzo polo possa e debba esserci. Ma questo richiede oggettivamente un quid di politica in più da parte di tutti noi».

Infatti le voci di corridoio parlano di diaspora...

«In estate fa caldo e nessuno si muove. Vale per tutti i partiti. lo sono saldamente in Italia viva».

Alle prossime Europee quale sarebbe la soglia per dire di aver vinto la scommessa?

«La prova di forza intelligente e riuscita l'abbiamo fatta alle ultime politiche: in poco più di un mese abbiamo raccolto quasi l'8%. È chiaro che gli elettori vogliono una risposta unitaria. Lo sbarramento è al 4%, e tutti pensano di averlo pur correndo da soli. Ma è un rischio che non conviene correre».

Come Renew Eu, insieme a Macron, potreste risultare determinanti a Bruxelles.

«Sì. Una forte capacità di aggregazione messa in capo in Italia al centro consentirebbe di confermare l'asse che ha consentito a Ursula von der Leyen di guidare la commissione lasciando fuori gli estremisti. Spetta a noi impegnarci in questo senso».

Allo stesso tempo nel 2024 si vota in 4mila comuni e quattro regioni e in quel caso non si può stare in mezzo...

«È vero. Se nei comuni ci si può provare, perché c'è il doppio turno, alle regionali abbiamo già sperimentato che si tratta di un'opzione impossibile da praticare. Bisognerà scegliere e sono consapevole che la scelta avrà anche anche un peso politico complessivo, destinato a riflettersi sul Parlamento».

Guardando anche alle regionali 2025, il vero punto chiave col voto di Toscana ed Emilia-Romagna, non è quasi impossibile non scegliere tra i poli?

«Io penso invece che proprio un Terzo polo forte potrebbe essere un valore aggiunto per decidere anche gli assetti delle prossime amministrative. Se si rinuncia a questo ognuno voterà secondo le vecchie appartenenze di destra e sinistra».

Eppure nella Firenze di Renzi avete chiesto le primarie al centrosinistra, non al centrodestra, per sostenere Stefania Saccardi...

«lo penso che possa essere un ottimo sindaco e rompere gli schemi politici tradizionali. Chi nel centrosinistra fiorentino oggi ha una candidatura della sua qualità di mettere in campo? lo non ne vedo».