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Rosato: "Napoli torni centrale"

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intervista di Dario Del Porto, Napoli - la Repubblica, 28 ottobre 2019

«Arriviamo a Napoli con un foglio bianco su cui scrivere una nuova storia», dice Ettore Rosato, coordinatore nazionale del partito di Matteo Renzi e vicepresidente della Camera, che sarà oggi in città assieme a Maria Elena Boschi per la convention di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi. L'appuntamento è alle 17, al cinema Metropolitan. Sul palco prenderanno la parola anche la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti e i parlamentari Gennaro Migliore e Catello Vitiello.

A Chiaia, i renziani serrano i ranghi in una delle regioni nevralgiche del Paese e in un'area dove il loro leader, quando era segretario del Pd, aveva evocato addirittura il lanciafiamme contro il gruppo dirigente democrat. Adesso si preparano a «raccogliere energie che nei partiti non sono mai state raccolte» e guardano alle prossime Regionali dove, sottolinea Rosato, saranno sicuramente ai nastri di partenza.

Con quali alleanze, è da vedere. Ma dalle parole del vicepresidente della Camera appare chiaro che Italia Viva consideri chiusa l'esperienza di Vincenzo De Luca. Il partito di Renzi pensa, invece, a un nome che arrivi dalla società civile e sappia restituire centralità al capoluogo.

Onorevole Rosato, perché secondo lei il centrosinistra napoletano è precipitato nei consensi al punto da non riuscire neppure a raggiungere il ballottaggio alle ultime elezioni comunali?
«Posso proporle di non discutere più del passato? Non è per eludere la domanda, sia chiaro. Siamo consapevoli di quello che è accaduto in questi anni, ma siamo molto più interessati a quello che dobbiamo fare a partire da domani mattina. Ed è molto, per Napoli come per tutta la Campania».

Parliamo del futuro, allora. Le Regionali sono dietro l'angolo. Ci sono i presupposti per sostenere un'alleanza con il presidente uscente Vincenzo De Luca e, perché no, anche con i Cinque Stelle?
«Noi immaginiamo innanzitutto una campagna elettorale che non abbia come punto di partenza gli organigrammi, ma metta nuovamente al centro i problemi concreti. La Campania è una grande regione, un pezzo importante del motore dello sviluppo dell'Italia. Di conseguenza, ha bisogno di un progetto che sappia valorizzarne le potenzialità e risolverne i problemi, non certo di uno schema che accontenti i partiti».

Come giudica l'esperienza di Vincenzo De Luca come presidente della Regione?
«Ha avuto luci e ombre».

A suo giudizio sono state più le une o le altre?
«Mi interessa soprattutto che il prossimo abbia molte luci»

Dunque alle elezioni del 2020 il governatore uscente non avrà il vostro sostegno?
«Ribadisco il concetto: siamo più interessati al progetto da mettere in campo, piuttosto che a chi ne sarà interprete. Di sicuro ci vuole una nuova centralità della società civile. E mi permetto di dire anche una centralità della città di Napoli che in questi anni è stata troppo marginale».

A proposito del capoluogo. Quando Renzi era premier, il sindaco de Magistris parlava di "Napoli città derenzizzata".
«Conosco Napoli da bambino, è la mia seconda città, quella dei miei genitori. Ne ho potuto seguire i momenti difficili e anche quelli in cui si è saputa riscattare. Ecco, questo non mi sembra uno di quei momenti in cui i problemi sono stati messi al centro dell'azione di governo. Poi, il fatto che un sindaco sia renziano o meno penso che interessi poco ai cittadini. Credo proprio che Napoli sia un po' più complessa di come la descrive de Magistris».

La Campania è anche la "capitale" dei Cinque Stelle, da qui sono partiti i due leader del Movimento, Luigi Di Maio e Roberto Fico. Che ruolo reciteranno in questa fase politica?
«Bisogna avere la capacità di esprimere un progetto per questa regione eppure non mi sembra che i Cinque Stelle lo abbiano mai fatto. Non mi pare che ci sia una proposta avanzata di governo alternativa per la Campania. Né ho memoria che questo sia stato espresso dal governo gialloverde nei mesi precedenti. Non è una questione di simpatia o antipatia, ma di assoluta assenza di una azione concreta da mettere in campo. E questo è ancora più grave per chi ha raccolto tanti consensi in questa regione».

Di cosa ha più bisogno la Campania?
«Lo dico con due parole: lavoro e fiducia. Concetti che camminano insieme».

È possibile che Italia Viva si presenti alle Regionali con un suo candidato?
«In Campania per le Regionali ci saremo sicuramente, con la volontà di dare un contributo a costruire una coalizione e un progetto che risulti vincente ed efficace. Ma è inutile, oltre che prematuro, parlare di nomi».