Intervista di Antonella Coppari, "QN/Resto del Carlino/Giorno/la Nazione", 16 dicembre 2020.
«Stavolta andiamo fino in fondo». Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, non arretra di un millimetro. Dopo l'affondo di Renzi, che fa saltare l'incontro con il premier e mette sul tavolo la possibilità delle dimissioni delle ministre Bellanova e Sonetti, sottolinea che non stanno facendo teatro, in ballo c'è davvero la sorte del governo.
Che cosa deve fare Conte per evitare che le vostre rappresentanti nell'esecutivo se ne vadano?
«Se Conte pensa di distribuire 200 miliardi di Recovery, su cui si gioca il futuro dell'Italia, in base a un piano elaborato chiuso in un salotto, noi non ci stiamo».
Ponete problemi di merito e di metodo. Partiamo dal metodo: come rispondete al premier che ha definito fesserie le critiche sui suoi super poteri?
«Parlano i fatti: ci è arrivata una mail alle due di mattina per ripartire 200 miliardi nel Cdm convocato alle nove. Ma non basta: cl sono dettagli del piano ancora secretati. Una roba mai vista».
Bene informati sostengono che il vostro obiettivo è mandare via Conte. Ma se non ci riuscite, il premier come dovrebbe garantirvi una maggiore collegialità?
«II nostro obiettivo non è mandare via Conte, altrimenti avremmo ritirato la fiducia. Noi vogliamo rispettare il mandato degli italiani e utilizzare il debito che pagheranno i nostri figli in maniera produttiva, in base a un piano fatto in trasparenza con la politica, con le parti sociali e produttive del paese, e pure con l'opposizione. Che non dobbiamo dimenticare governa 15 regioni».
Renzi dice che grazie a Iv è stato bloccato il blitz sulla governance del Recovery. Vi basta?
«È un pezzo del risultato. Appaltare a un esercito di consulenti ruoli che spettano ai ministri e alla Pubblica amministrazione è inaccettabile. Mi stupisce che gli altri partiti della coalizione si accontentino di lasciare fare a noi questa battaglia in pubblico, per lamentarsi poi dl Conte in privato».
La bozza deve finire nei cestino o vi accontentate di qualche cambiamento: ad esempio, che la cabina di regia venga sostituita dall'unità di missione, sia aumentato il numero dei commissari e si scriva nero su bianco che serve il beneplacito del ministro competente su ogni progetto?
«La bozza deve finire nel cestino».
Molti vi accusano di baloccarvi con i penultimatum.
«Chi ci lancia questa accusa, è d'accordo a mettere 9 miliardi su 200 nella sanità? Pensa sia normale che sul turismo, che vale il 13% del Pil, ci sia l'1.5%delle risorse? A questi che parlano di politica con gli organigrammi in mano noi replichiamo che non abbiamo intenzione di rinunciare al merito per una mediazione sui posti. Vogliamo chiudere la questione del Recovery e altri nodi che sono in sospeso, dal Mes alla vicenda Autostrade».
Vi chiamate fuori dal rimpasto?
«Mi pare che sia archiviato».
Vi rinfacciano di muovervi in modo irresponsabile perché sapete che non ci sono alternative a questo governo. È così?
«Per fortuna la Costituzione è più saggia di molti commentatori: prevede che si vada in Parlamento a vedere se ci sono i numeri per un'altra maggioranza».
Ritiene possibile un governo di unità nazionale con Draghi? O magari Cottarelli?
«Non voglio pensare alla subordinata, su cui pure sono preparato. Penso alla principale: far funzionare questo governo».
A proposito: quanto è ultimativo lo stop alla fondazione sui servizi segreti?
«Non c'è mediazione possibile».
Andate fino in fondo?
«Noi non stiamo giocando, andiamo fino in fondo».