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Rosato: Il Pd ormai parla agli elettori di estrema sinistra. Non c'è più nulla del partito di Veltroni e Renzi

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L'intervista a Ettore Rosato di Domenico di Sanzo per "Il Giornale"

Il Pd? «È finito, ormai non ne è rimasto più nulla». Parola di Ettore Rosato, deputato e segretario del Copasir, esponente di peso di Italia Viva. Secondo Rosato l'elezione di Elly Schlein alla guida dei dem è un'ottima notizia per il Terzo Polo. «Loro parlano a un elettorato di sinistra massimalista, ora tocca a noi rivolgerci ai riformisti di destra e sinistra», spiega il parlamentare renziano al Giornale.

Onorevole Rosato, con la vittoria di Schlein alle primarie del Pd cosa cambia per il Terzo Polo?

«Il Pd oggi mostra semplicemente il suo volto. Del partito di Walter Veltroni e di Matteo Renzi non è rimasto più nulla. Il riformismo è stato completamente archiviato, con orgoglio da parte di chi lo sta facendo. Il Pd parla a un altro tipo di elettorato, ora sta a noi parlare ai riformisti di destra e di sinistra».

Perché accomuna Veltroni a Renzi?

«Veltroni, come Renzi, è stato un riformista vero e anche il manifesto dei valori del Pd lo dimostrava. Solo che adesso il Pd sta mettendo mano pesantemente pure su quel documento fondativo».

Però Veltroni proviene dalla storia dell'ex Pci, a differenza di Renzi

«Si, ma il suo riformismo è fuori discussione. Basta vedere i motivi che lo portarono alle dimissioni e chi lo portò alle dimissioni».

Schlein durante la campagna congressuale ha attaccato più volte la stagione del «renzismo». Dopo anni nel Pd ancora non si fa che parlare di Renzi

«Parlano di Renzi perché ancora non ne hanno trovato uno migliore di lui, chissà forse è una forma di nostalgia mascherata verso quella stagione. Comunque questo congresso stabilisce che le nostre strade sono diverse e non più ricomponibili».

Non sarete mai alleati di questo Pd?

«Mi sembra che il Pd stia andando verso un'alleanza con il M5s e noi non staremo con loro. Poi vedremo se la leadership di questa coalizione sarà quella di Conte o di Schlein, ma non è un problema nostro».

Quindi addio anche alle alleanze a livello locale?

«Le alleanze locali dipendono dai candidati territoriali e dai programmi che si hanno. Se il M5s sostiene un nostro candidato con il nostro programma noi non saremo lì ad opporci. Lo stesso ragionamento vale per il centrodestra».

Significa che sui territori potreste allearvi con il centrodestra?

«Alle amministrative si usa la logica di costruire coalizioni vincenti con programmi condivisi e persone qualificate, punto».

Cosa intende quando dice che il Pd parla a un altro elettorato?

«Parla un elettorato di una sinistra che non è più riformista. È difficile trovare le stesse politiche e le stesse parole tra noi e questa sinistra massimalista».

A che punto è il percorso del partito unico tra Azione e Italia Viva?

«Completeremo questo percorso in autunno, coinvolgendo tutte quelle forze popolari, riformiste e liberali che hanno chiesto di partecipare. Lo spazio politico è ampio».

Si aspetta un esodo dei riformisti dal Pd?

«Dal Pd arriveranno da noi amministratori e dirigenti politici. Ma lavoriamo per coinvolgere gli elettori».

Italia Viva ha partecipato al corteo antifascista di Firenze, mentre Carlo Calenda ha criticato la manifestazione, non c'è ancora il partito unico ma già ci sono spaccature?

«Le rispondo con due parole: sensibilità diverse. Nel Terzo Polo ci sono sensibilità diverse».