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Rosato: "Diamo fiducia, ora Family act e cantieri"

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Intervista di Marco Iasevoli, "Avvenire", 21 maggio 2020.

Un «gesto di fiducia», lo definisce Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva e vicepresidente della Camera. Ma verso chi? «Nei confronti di Conte sotto il profilo politico, ma anche nei confronti di Bonafede perché usi maggior discernimento nell'esercizio delle sue funzioni e meno comunicazione demagogica».

Il caso è chiuso, quindi. Anche perché, spiega Rosato, dal 20 febbraio — giorno in cui Renzi minacciò la sfiducia a Bonafede in assenza di un accordo sulla prescrizione — «è cambiato il mondo, sono cambiate le priorità del Paese e la responsabilità principale del governo è diventata quella di dare risposte economiche». Parole con cui si mettono in soffitta per un po' propositi, tentazioni e minacce di crisi.

Ora il test della tregua sarà il tavolo sulla giustizia o l'eventuale rimpasto di governo?
Il tema del rimpasto non l'abbiamo posto e non abbiamo intenzione di porlo. Noi poniamo il tema dello specifico dovere del governo e della maggioranza di definire politiche che vedano tutti coinvolti. Non ci servono posti da sottosegretario. Il tavolo sulla giustizia ci interessa, apprezziamo la proposta, ma vogliamo che ci siano risposte rapide. Questo Paese non può più perdere tempo su nessun tema. Deve essere un tavolo che però coinvolga tutti gli attori, noi vogliamo che ci sia anche il presidente dell'Unione delle Camere penali, Caiazza. L'esito deve rispettare lo spirito garantista della Costituzione.

L'altra voce è che sia in vista una grossa ridefinizione delle presidenze delle Commissioni parlamentari...
Nel momento in cui si ridefiniranno le presidenze delle Commissioni, vogliamo che le scelte siano fatte con criterio. Nessuno di noi pensa a forzare i criteri e im magino valga anche per gli altri. 

Italia Viva forza la mano anche su altri temi, come la scuola. Ma se sfiduciare i ministri è impossibile senza far cadere il governo, e se negate di volere un rimpasto, sperate allora che ci sia una autonoma valutazione di Conte e di M5s sulle persone che sono al governo?
Non abbiamo la speranza di incidere sulle valutazioni interne di M5s e nemmeno c'è un lavorio in questa direzione. Noi discutiamo i temi. Quando dicevamo proprio sul vostro giornale che bisognava ragionare sulle riaperture ci deridevano, e adesso siamo in enorme ritardo. Ora siamo preoccupati, e molto, per lo stato della scuo la italiana: con quattro figli, posso dire che questa chiusura a oltranza è un segnale terribile. Siamo preoccupati poi del fatto che sulla famiglia l'unica voce è quella della ministra Bonetti. Ogni ministro deve avere ben chiaro che stiamo giocando una partita decisiva per il futuro dell'Italia.

Quali risposte vi aspettate, e in quali tempi, sulle vostre proposte economiche?
Ci aspettiamo che nei prossimi 15 giorni il governo vari il Family Act e il Piano Shock sui cantieri da 120 miliardi. Sono due esigenze primarie del Paese. Non sono provocazioni, non sono bandiere, è politica. La politica pensa a ciò che può succedere tra 6 mesi e tra 6 anni. Chi ci vuole contestare nel merito ben venga, a chi è solo preoccupato per la primogenitura diciamo "prego, accomodatevi, prendete vela voi ma fate presto".

In questo discorso, tornando all'inizio, la giustizia diventa secondaria?
È una nostra battaglia e ci aspettiamo un vero cambio di rotta. In questi 90 giorni l'azione di Bonafede non è migliorata. Come ho detto, abbiamo compiuto un gesto di fiducia, ma i segnali devono essere chiari, netti, concreti.