paese istituzioni

Rosato: "Attendiamo risposte dal Premier. Sul Mes basta ipocrisie"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Estratto dell'intervista di Valerio Valentini, "il Foglio", 6 gennaio 2021.  

In tanti Io danno già per ministro prossimo venturo: della Difesa, degli Interni. Chissà. E allora com'è che dobbiamo chiamarlo? "Ettore, va benissimo così. Felicissimo di fare il vicepresidente della Camera". In tanti, poi, dicono che nel gioco delle trattative, Matteo Renzi sia solito mandarlo avanti quando c'è da litigare, ché invece per fare la pace s'affida a Maria Elena Boschi. E dunque, sospettiamo, se Ettore Rosato ha accettato di parlare è perché la crisi è ormai irrecuperabile. "La palla in verità è nelle mani di Giuseppe Conte", risponde il presidente di Italia Viva, con sorprendente pacatezza. "Semmai è paradossale che siamo proprio noi, e non da oggi, a chiedere un tavolo di confronto ampio, che coinvolga non solo le forze di maggioranza ma anche le opposizioni e le parti sociali, per discutere del Recovery, cioè del futuro del paese. In una situazione normale sarebbe il premier, ad assumersi questa responsabilità".

Troppo tardi, ormai, per recuperare? 
"Troppo tempo è stato perduto. Con una tendenza al rinvio che è diventato un metodo di governo", ci dice Rosato. "Un caso su tutti: quello delle concessioni autostradali. Sono trascorsi sei mesi da quando il premier, dopo una telefonata fatta a margine di un Cdm, ha esultato per aver risolto la questione. E la questione è ancora lì, da due anni".

E dunque, ripetiamo la domanda: è ormai troppo tardi per sanare la frattura?
"Non è detto che non si possa recuperare. E noi, del resto, il nostro contributo alla discussione lo abbiamo dato consegnando due lunghi documenti al presidente del Consiglio e al ministro dell'Economia. Due dossier tecnici e politici, con osservazioni puntuali e richieste specifiche. Attendiamo risposte".

Alcune paiono richieste fatte apposta per essere rigettate. La delega ai servizi il premier ha già detto di non volerla cedere. Il Mes per il M5s è come il fumo negli occhi.
"Ma qui mi pare che vengano meno i fondamentali della politica. In un governo di coalizione nessuno può pensare di vedere accolte tutte le proprie istanze. Ma non è ammissibile che ci siano delle questioni che non possono essere trattate. Le nostre richieste sono esigenti perché gravi sono le necessità del paese. Dopodiché, chiediamo risposte chiare e definitive. Chiediamo di sapere perché il Mes non venga attivato, visto che nel Recovery Conte e Gualtieri hanno scritto nero su bianco che conviene finanziare i progetti con prestiti europei piuttosto che ricorrere all'indebitamento ordinario. Se in quel caso ci si dice che è giusto, perché sul Mes non si agisce con la stessa logica? Possono dirci che non lo si fa perché questo governo non si fida dell'Europa. Possono dirci che non lo si fa perché questo governo ritiene più urgente non scontentare il M5s che sostenere il nostro sistema sanitario, alla prese con un piano vaccinale partito già a rilento. Quello che non accettiamo è che ci si dica che poi, forse, chissà, 'vedremo', perché l'Italia non può permettersi l'immobilismo". 

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.