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Rosato: "All'Italia serve un governo all'altezza. I veti non li mettiamo né li accettiamo"

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Estratto dell'intervista di Valerio Valentini, "il Foglio", 27 gennaio 2021.  

Il problema non è sui nomi, garantisce. Né sui veti. "Non è per un capriccio personale che le nostre ministre si sono dimesse", dice Ettore Rosato. Il problema è politico: e va risolto. E così, alle nove di sera della giornata che ha visto Giuseppe Conte recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni, il presidente di Italia Viva ribadisce la disponibilità al dialogo e al confronto, ma senza rinnegare le ragioni di una crisi reale. "Ribadiamo che il problema non ha a che vedere con le poltrone e con le antipatie personali, ma con la necessità di dare al paese un governo all'altezza. Su quello, con chi ci sta, siamo pronti a confrontarci".

A meno che da Palazzo Chigi non abbiano davvero trovato questo famigerato gruppo di responsabili.
"Se hanno trovato soluzioni alternative, facciano pure. Io sto alle comunicazioni ufficiali delle Camere, e al momento non risultano esserci nuovi gruppi. E francamente questa ricerca di parlamentari, che va avanti da ormai più di dieci giorni, mi pare anche poco decorosa per l'onorabilità delle istituzioni. Detto questo, ci atterremo alle scelte che il capo dello stato vorrà prendere. Da parte mia, posso dire che non ho mai visto Matteo Renzi prendere decisioni politiche sulla base di sentimenti umorali, simpatie e antipatie. E spero che questo valga per tutti: perché in discussione qui non è l'orgoglio dei singoli, ma il presente e il futuro del paese".

E insomma da parte vostra non è questione di nomi.
"Lo andiamo ripetendo da novembre, in ogni sede, che non non poniamo veti sulle singole persone. E come non li poniamo, così neppure li accettiamo. L'idea che qualcuno ha coltivato, di riaccogliere i gruppi di Iv in maggioranza purché si liberassero di Renzi, era e resta una sciocchezza. Iv e Matteo Renzi non sono scindibili".

E dunque, essendo interrotto il dialogo tra Renzi e Conte, una riconciliazione in tempi stretti è impensabile?
"Io credo che i prossimi giorni serviranno ai partiti di questa coalizione per capire come ridefinire l'agenda per arrivare al 2023".

E per trovare anche il nome di chi questa coalizione di governo sarà chiamato a guidare, però.
"I nomi verranno dopo. Prima c'è da definire un nuovo patto di legislatura. Ci dicevano che eravamo noi l'elemento di disturbo, quello che ostacolava il lavoro dell'esecutivo. In queste settimane in cui hanno provato a fare a meno di noi, ho visto molto impegno per trovare i nuovi responsabili, ma i problemi reali del paese non sono stati affrontati. Il nostro Recovery plan è stato bocciato sia dalle istituzioni europee sia dalle parti sociali perché carente nella sua dimensione riformista e privo di una visione. Sulla scuola, che da mesi vive nell'incertezza più assoluta, si è proseguito a vagheggiare soluzioni che non lo erano. Per non dire della sanità. Credo insomma che anche nel Pd si siano accorti che il problema non è quello di porre veti sui nomi, ma di offrire al paese un progetto credibile per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica".

Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.