Italia Ambiente

La Rivoluzione energetica al servizio dell’ambiente

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Che le politiche del NO non portino a nulla di buono è ora piuttosto chiaro a tutti. Ma dovrà essere altrettanto chiaro a chiunque che non sarà possibile affrontare un’emergenza ambientale agendo su slogan o motti dalle dubbie fondamenta tecniche e tecnologiche, bensì, come dovrebbe sempre essere, su specifiche competenze.

Sento trapelare un diniego nella realizzazione di termovalorizzatori, impianti che oggi surclassano tecnologicamente la vetusta discarica o l’inceneritore ed esaltano invece il concetto di economia circolare, non certo green, ma indubbiamente più efficiente.

 

Appunto, efficienza. Questo è il sostantivo che denota le capacità di influenza positiva di un sistema energetico nell’ambiente. L’efficienza, o il rendimento se si parla di macchine energetiche, non è altro che un numero adimensionale che segnala la capacità di un sistema di convertire una “materia prima” in energia. Più questo valore è prossimo a 1, più energia si produce con un minore spreco di “materia prima” (e quindi gas, carbone, olii o anche sole e vento).

Minore immissione di fonti primarie, soprattutto se fossili, per un valore elevato di energia prodotta, a pari consumo, significa anche minor inquinamento ambientale, ovvero un toccasana per il nostro ambiente maltrattato.

 

La rivoluzione energetica, con rilevanti impatti ambientali, deve quindi sì partire dalle fonti rinnovabili, ma è altresì vero che un’ipotesi di Italia completamente green (ho sentito anche questa negli ultimi giorni) non è attuabile nel breve/medio termine per una serie di motivazioni tecnologiche che chi conosce la materia considera la base di ogni principio di razionalizzazione energetica.

Il problema più evidente è che le fonti rinnovabili, per definizione, non sono “on demand”. Quando c’è il sole o il vento, ad esempio, offrono i loro benefici, altrimenti no. Ma i consumi delle grandi fabbriche, ancor più che dei cittadini, non sono “organizzabili” in base alle bizze che fa il sole o il vento. E quindi finché l’energia da rinnovabili non sarà stoccabile in grandi quantità, la domanda elettrica – e termica – italiana non potrà essere sostenuta da sistemi totalmente green.

Su questi sistemi di batterie si sta concentrando e si concentrerà gran parte della ricerca nel campo energetico di questi e dei prossimi anni, per renderli efficienti (sempre!), autonomi, sostenibili economicamente e logisticamente.

 

E in attesa cosa si fa? Sono molti i sistemi tecnologicamente avanzati già testati e funzionali allo scopo. A partire dalla generazione ad alto rendimento. Ovvero motori endotermici alimentati a gas naturale già ampiamente diffusi in tutto il mondo (l’Italia è senza dubbio un paese utilizzatore) che cogenerano energia elettrica e termica con rendimenti enormemente più elevati rispetto alle antiche – e inquinanti – centrali a carbone o a olio combustibile.

 

Questi sistemi riescono ad esempio a inseguire il fabbisogno elettrico e termico degli stabilimenti produttivi evitando pertanto sprechi e immissioni non controllate.

Tale generazione è già ora assimilabile ad una produzione green ma non lo è ovviamente del tutto, fintantoché non sarà possibile, in ogni condizione richiesta, l’utilizzo ad esempio del bio metano per alimentare tali motori e la compensazione delle eccedenze necessarie ricavate da impianti rinnovabili.

 

La rivoluzione energetica mondiale, non certo facile, si dovrà basare su alcuni aspetti fondamentali che miscelano la tecnica con l’etica comportamentale.

Il consumo responsabile di ogni singolo individuo, la rimodulazione dei consumi delle grandi fabbriche ottimizzando l’operatività delle macchine di produzione e dotandosi di sistemi di autoproduzione (pannelli fotovoltaici o impianti di cogenerazione ad alta efficienza) e il supporto della scienza nella realizzazione di sistemi di accumulo a batteria efficaci e sostenibili sono solo alcuni spunti su cui si dovrà basare la società civile e scientifica per apportare benefici a un pianeta che ne necessita terribilmente, ora più che mai.

 

Gianluca Pomo – Comitato Vero Milano