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Riassetto gestione autostradale, Paita: "Necessaria integrazione degli investimenti ferroviari e stradali"

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L'intervento pubblicato da "il Sole 24 Ore", 28 ottobre 2021.

L'Anas si fa in due e un pezzo pregiato finisce nuovamente sotto il controllo diretto del Tesoro mentre nell'attuale società, controllata da Fs, resterà la rete stradale e gran parte degli investimenti finanziati dallo Stato. Questo, almeno, è il disegno del riassetto stradale avviato dal governo con l'emendamento al decreto Infrastrutture su cui ieri è stata posta la fiducia alla Camera. Una newco, una società di nuova costituzione, controllata dal Mef, gestirà «le autostradali statali in regime di concessione mediante affidamenti in house», dispone il comma 2sexies, cuore della riforma: il perimetro della società che - secondo quanto riferito dal Mims nelle due commissioni competenti Ambiente e Trasporti - dovrebbe coincidere con le attuali partecipazioni autostradali di Anas, vale a dire Sitaf, Concessioni autostradali venete, Autostrada Asti-Cuneo e Società italiana per il Traforo del Monte Bianco e Società italiana Traforo autostradale del Frejus; e il richiamo all'affidamento «in house» che dovrebbe agevolare la richiesta italiana a Bruxelles di una proroga della concessione dal 2032 al 2052.

Proprio l'autorizzazione Ue alla proroga della concessione - che vale anche per la rete stradale dell'Anas - sarebbe uno dei motivi che ha messo in moto questo processo di riorganizzazione.

Restano, tuttavia, alcuni punti da chiarire nel disegno del governo. E che avranno una risposta definitiva soltanto con il Dpcm che dovrà definire l'atto costitutivo e lo statuto sociale della newco. Il primo dubbio riguarda proprio il perimetro della nuova società. Non è affatto detto che «autostrade statali in regime di concessioni» coincida invia definitiva con il piccolo perimetro indicato dal Mims, perché Anas gestisce una rete molto più vasta di autostrade e raccordi autostradali:936 chilometri di autostrade in gestione diretta e 355 chilometri di raccordi. Fra queste, solo per citare le arterie più importanti, ci sono l'Autostrada del Mediterraneo (A2), la Palermo-Catania, la Catania-Siracusa, il Grande raccordo anulare di Roma, la Roma-Fiumicino, il raccordo Siena Firenze, il raccordo Torino-Caselle, la Chieti-Pescara, la tangenziale ovest di Catania il raccordo autostradale fra Trieste e la A4. Al momento, val la pena ripeterlo, il Mims escluderebbe un perimetro largo e qualche parlamentare ha capito che è limitato alle sole autostrade a pedaggio.

Resta l'incertezza della definizione e del disegno complessivo, come rileva la stessa relatrice del provvedimento alla Camera, la presidente della commissione Trasporti, Raffaella Paita (Italia Viva). «Abbiamo votato un disegno poco chiaro - dice - per la piena fiducia che abbiamo nel governo Draghi. Il perimetro della nuova società è tutt'altro che chiaro: ci è stato detto che oggetto del trasferimento saranno le sole autostrade a pedaggio e non abbiamo capito che accade con progetti in corso di realizzazione come per esempio Roma-Latina e Salerno-Reggio Calabria».

E questo - dove finiranno le future autostrade - è un secondo punto che dovrà essere chiarito nella fase attuativa di questo disegno. «Ci aspettiamo anche - dice Paita - che si crei una vera integrazione a caldo, e non a freddo, della gestione degli investimenti ferroviari e stradali dentro Fs».