Estratto dell'intervista di Annalisa Cuzzocrea, "la Repubblica", 19 aprile 2021.
Sulle riaperture Mario Draghi, che lei incontrerà oggi, ha deciso di assumere un rischio ragionato. Sta subendo l'influenza della Lega?
«Non è l'influenza della Lega, è la leadership di Draghi a fare la differenza. Con Draghi è cambiata l'immagine dell'Italia nel mondo e abbiamo svoltato su vaccini e riaperture. Sbaglia chi lascia a Salvini questa bandiera: dobbiamo intestarcela noi, sia sulla scuola che sulle attività commerciali. Non di solo pubblico impiego vive l'Italia. E non di sola dad possono vivere i nostri figli».
Che intende quando dice noi?
«Noi, i riformisti. Quando vedo i bauli in piazza dico che riaprire i luoghi di cultura è la cosa più giusta da fare: gli artisti non sono come diceva Conte "quelli che ci fanno divertire". La cultura è l'anima della nostra comunità: alzare i sipari è un dovere civile. Non so se è di sinistra, ma sicuramente è un concetto giusto».
La Gran Bretagna ha cominciato a riaprire con numeri molto migliori di quelli che abbiamo oggi. Non pensa che il rischio possa diventare azzardo?
«Anche lasciare milioni di persone senza stipendio, chiusi in casa senza prospettive quando un quarto degli italiani ha già avuto il virus o la prima dose di vaccino è un azzardo. Ripartiamo, con prudenza ma ripartiamo».
Del Pnrr di Draghi si sa poco, ma Italia Viva non protesta come ha fatto contro Conte.
«Non è una questione personale, ma di merito. Il Pnrr presentato a dicembre, di notte, da Conte aveva una crescita cumulata stimata nel 2.3%. Con il lavoro di Draghi e dei ministri Franco e Cingolani siamo al 3.6%. Ballano oltre 20 miliardi in più: sostenere che questo governo ha svoltato rispetto al precedente è una semplice questione di matematica. Ma chiederemo a Draghi di fare di più specie su sanità e infrastrutture».
Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.