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Renzi: "Su vaccini ed economia possiamo girarci indietro e dire che abbiamo fatto un bel lavoro"

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L'intervento in Aula del 15 dicembre 2021.

Signora Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, il suo intervento, signor Presidente, ci consente di entrare in modo molto serio sulle discussioni dei prossimi giorni a Bruxelles, ma questa mattina ella, intervenendo alla Camera, ha voluto - probabilmente come atto molto apprezzato di rispetto verso la tragedia che ha colpito non soltanto il territorio agrigentino, ma tutto il Paese - ricordare i nomi delle vittime. Le siamo grati per questo gesto, per aver consentito al Parlamento di unirsi al ricordo delle vittime, come ha fatto lei, ci uniamo al ringraziamento nei confronti dei soccorritori.

In questa mia breve comunicazione, signor Presidente, vorrei partire dalle parole di una delle vittime. Lo dico perché al suo fianco ci sono il Ministro dell'istruzione e la Ministra dell'università. Una delle vittime era un professore: aveva sessantotto anni e si chiamava Pietro Carmina. Nel salutare i suoi ragazzi, andando in pensione, aveva utilizzato parole che giudico straordinariamente toccanti e che mi hanno fatto molto riflettere (come credo a tutte e tutti, in quest'Aula). Egli ebbe modo di dire ai suoi ragazzi: «Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori, ma protagonisti della storia che vivete oggi; infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non "adattatevi", impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente».

Signor Presidente del Consiglio, sarebbe molto bello se il Governo potesse ricordare questo servitore dello Stato, professore del nostro sistema scolastico, con queste parole, che sono uno straordinario insegnamento alle donne e agli uomini giovani, alle nostre concittadine e concittadini più giovani.

Venendo alle questioni politiche, il Presidente del Consiglio ha citato giustamente due settori di cui siamo orgogliosi. Lei, signor Presidente del Consiglio, un anno fa non era con noi in quest'Aula, ma all'epoca chiedevamo una svolta in due settori: il primo era quello dei vaccini (si stava iniziando la campagna, allora si parlava di primule e si facevano strane dirette, raccontando dov'era il furgoncino dei vaccini, in giro dal Brennero verso Roma); l'altro era l'economia, in cui eravamo i peggiori in Europa. Allora noi chiedevamo al Governo una svolta, che c'è stata: la svolta è il nuovo Governo.

Sui vaccini siamo tra i primi al mondo: anche per questo credo che vada chiesto al Ministro della salute di gestire con grande attenzione la comunicazione esterna, perché quello che ha fatto il Governo è il lavoro dei migliori al mondo. In questo 2021 abbiamo vinto vari titoli e sui vaccini siamo stati quantomeno campioni europei, se non in corsa per il campionato del mondo.

Sull'economia oggettivamente lei ha ricordato non soltanto la differenza, uno spread positivo in questo caso, tra la crescita media europea del 5 per cento e quella del 6,2 che come minimo otterremo. Vi è, però, uno spread ancora più grande, tra il risultato odierno e quello che ci aspettavamo esattamente un anno fa, quando le aspettative sulla crescita erano del 4 per cento, quindi abbiamo fatto molto meglio di quello che pensavamo di fare. Non lo hanno fatto il Governo da solo o il Parlamento da solo, ma gli imprenditori e le imprenditrici, i lavoratori e le lavoratrici: a tutti loro va il nostro ringraziamento per aver combattuto in modo straordinario in un momento di difficoltà. Tuttavia, il Governo può legittimamente rivendicare questi due risultati. Pertanto, visto che dicembre è tempo di bilanci, diciamola tutta: su vaccini ed economia possiamo girarci indietro e dire che abbiamo fatto un bel lavoro; bravi, complimenti, andiamo avanti. Adesso però la parte positiva è già il nostro passato.

Signor Presidente del Consiglio, ho molto apprezzato il suo intervento; per evidenti ragioni di tempo, mi limito a citare alcune delle questioni politiche che nel 2022 questo Governo e questo Parlamento o chi verrà dopo di noi dovranno affrontare.

Il primo punto è che non andiamo da nessuna parte, se non mettiamo mano in modo definitivo al patto di stabilità. In quest'Aula nessuno meglio del Presidente del Consiglio conosce la difficoltà del tema, ma c'è il problema che a un certo punto la questione del patto di stabilità ci arriva dritta in faccia. Lei, signor Presidente del Consiglio, nell'accordo con i francesi, nel Trattato del Quirinale, che secondo me è molto importante, un passo in avanti di rilevanza storica, ha sicuramente anche iniziato una discussione preziosa con il presidente Macron e ci auguriamo faccia lo stesso con il nuovo cancelliere tedesco Scholz. Diciamocela tutta: sul tema del patto di stabilità, il 2022 è l'anno della verità, in una dinamica nella quale avremo qualche difficoltà in più.

Non prendiamoci in giro: l'inflazione - basta guardare gli Stati Uniti - è a livelli che non conoscevamo dai tempi di Ronald Reagan. Non importa essere studenti di economia per sapere che era un altro mondo. Abbiamo il problema dell'aumento delle bollette: lo dico perché, in una discussione politica anche tra forze della maggioranza, si è fatto credere che bastasse un piccolo intervento di 248 milioni su una determinata fascia di popolazione per risolvere il problema. La risposta - lo dico anche a una parte dei sindacati che per questo scioperano - è nella notizia che oggi ci ha dato il Presidente del Consiglio - a dire il vero, l'ha data qualche giorno fa - vale a dire che, come minimo, ci sono 3,8 miliardi di euro in più, non 248 milioni, per cercare di salvare il caro bollette. Comunque non basterà, perché c'è un problema energetico che in parte deriva dalle energie rinnovabili - e anche dalle loro mancate autorizzazioni - perché la cultura del not in my backyard (NIMBY) è molto forte anche a livello locale, ma in parte deriva da questioni geopolitiche, alcune delle quali peraltro sono state citate dal Presidente del Consiglio nella sua riflessione e costituiranno l'agenda della discussione a Bruxelles.

C'è dunque un grande tema e non è che possiamo cullarci sugli allori. La situazione economica ha visto dei passi in avanti straordinari e forse bisognerebbe che tutti noi facessimo uno sforzo anche per raccontare che, al di là di quei 248 milioni, negli ultimi cinque anni sull'evasione fiscale siamo passati - cito i dati di ieri del MEF - da 98 a 86 miliardi. Questo per dire che si è fatto un recupero di 12 miliardi, che è una cosa straordinaria, ma contemporaneamente per dire che ce ne sono ancora 86 che sono la vera torta da aggredire.

Secondo punto (lo dico con il massimo del rispetto): dal tema della NATO e dell'Unione europea, su cui il Presidente ha speso parole importanti qualche istante fa, non si scappa. Ricordo anche in quest'Aula i sorrisini, quando Emmanuel Macron disse che la NATO era in una condizione di morte cerebrale. Aggiungo che per me non è cerebrale, ma morte pura, e possiamo soltanto cercare di rilanciarla.

Mi auguro che il Governo e il Parlamento, quali essi saranno, nel 2022 lottino per un segretario generale della NATO italiano, perché penso che sia importante portare i valori che il Presidente ha citato oggi nella discussione europea (intendo un italiano che ami Bruxelles, ci siamo capiti). Sulla NATO e sull'Unione europea sarebbe affascinante riprendere la discussione, ma non ne abbiamo il tempo.

Terzo e ultimo punto che mi sento di sottolineare è il tema dell'immigrazione. Il 2021 è stato l'anno in cui, plasticamente, si è dimostrato - numeri alla mano - che due immigrati di seconda generazione (in un caso, neanche di seconda generazione), in Germania, venendo da un Paese fuori dell'Europa, la Turchia, hanno salvato il mondo col vaccino: i due immigrati turchi che sono arrivati in Germania hanno permesso di arrivare al vaccino mRNA della Pfizer. Allora, il tema dell'immigrazione finalmente dev'essere affrontato non soltanto come emergenza, ma anche e soprattutto come opportunità: lo ha detto lei, Presidente, e noi siamo con lei.

So, Presidente, che questi argomenti richiederebbero molto tempo e approfondimento, ma grazie per quello che sta facendo. Il Parlamento mi sembra giustamente preoccupato per quello che succederà nelle prossime settimane, è naturale e fisiologico. Credo che si possa guardare in positivo e dire che l'appello che ha fatto la leader di Fratelli d'Italia a eleggere un patriota al Quirinale sia un'ottima idea. Noi i patrioti non li evochiamo, li votiamo. Patriota è stato Carlo Azeglio Ciampi, patriota è stato Giorgio Napolitano e patriota è stato Sergio Mattarella, cui vanno il nostro deferente saluto e un grande ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni. 

Chi lo desidera può rivedere l'intervento qui di seguito o a questo indirizzo.